Riaccendere speranze per vincere le sfide del cambiamento. Settimo congresso CISL Scuola

Riaccendere la speranza per vincere le sfide del cambiamento. Aperto con le relazioni di Gissi e Barbacci il 7° Congresso CISL Scuola 
Con la relazione politica della segretaria generale Maddalena Gissi, seguita da quella organizzativa di Ivana Barbacci, segretaria generale aggiunta, sono entrati nel vivo al Palacongressi di Riccione i lavori del 7° Congresso Nazionale della CISL Scuola, che con quasi 250.000 iscritti è il sindacato più rappresentativo fra le lavoratrici e i lavoratori del sistema di istruzione e formazione. 
Una relazione, quella di Maddalena Gissi, centrata sulle sfide del cambiamento che investono l’intera società e in modo specifico il mondo della scuola, chiamato a uno sforzo straordinario di aggiornamento e rinnovamento ma ancora ben lontano dal vedersi riconosciuta una centralità nelle strategie di governo del Paese. 
Ma sono stati i temi drammatici della guerra in atto in Ucraina quelli cui la segretaria generale ha dedicato la parte iniziale del suo intervento, preceduto da un filmato con immagini intense e suggestive sulle emergenze del nostro tempo. Netta e chiara la posizione della CISL Scuola, che insieme alla CISL esprime sdegno e condanna per un’invasione che calpesta i diritti del popolo ucraino provocando un numero impressionante di vittime e mettendo a rischio la pace nel mondo, facendo rivivere dopo quasi ottant’anni l’angoscia di un possibile conflitto mondiale. Nessuna equidistanza tra aggressori e aggrediti, massimo impegno in atti concreti di solidarietà alle persone costrette a fuggire dal loro Paese, un richiamo accorato alle parole di Papa Francesco e al ripudio della guerra come principio sancito nella Carta Costituzionale. 
Molto ampia la rassegna dei temi di natura più prettamente sindacale, con sottolineature che riportano a questioni di immediata urgenza, come il rinnovo del contratto che a detta di Maddalena Gissi può essere anche l’occasione per una ricucitura dei rapporti unitari, mettendo al centro finalmente il merito delle questioni “e non la ricerca della propria visibilità”. E questo nonostante la campagna elettorale in atto per il rinnovo delle RSU, cui l’organizzazione si presenta con un numero accresciuto di liste e di candidati. Al Ministro e al Governo la Gissi chiede un impegno immediato per dare continuità ai contratti covid, in scadenza il 31 marzo, una questione che mette in gioco l’ordinata prosecuzione delle attività didattica e a rischio il posto di lavoro di 65.000 persone. 
Un reclutamento che valorizzi l’esperienza di lavoro contribuendo a ridurre l’abnorme ricorso al lavoro precario, un forte rinnovamento della didattica da sostenere con investimenti in infrastrutture ma anche azioni sistematiche di formazione e aggiornamento, un’architettura di sistema che confermi il carattere unitario e nazionale del sistema di istruzione, un’offerta ampia e diversificata che renda realmente efficace, esigibile e produttivo l’accesso ad attività di istruzione e formazione almeno fino ai 18 anni, contrastando la dispersione scolastica e favorendo l’accesso al lavoro delle giovani generazioni.
Le sfide del cambiamento, cui sarà dedicata domani un’interessante tavola rotonda, non si vincono solo con la qualità dei progetti politici, ma con un impegno partecipativo che investe la responsabilità di ogni persona. “Ci sono momenti nei quali l’intreccio fra comportamenti personali e destini di una comunità emerge con particolare evidenza, e quello che stiamo vivendo è certamente uno di questi”, ha detto Maddalena Gissi in chiusura del suo intervento, col pensiero rivolto anche all’impegno messo in campo per contrastare la pandemia, ricordando i richiami al prevalere del bene comune, alla responsabilità e al senso civico rivolti al Paese dal Presidente Mattarella, responsabilità di cui egli stesso ha dato ennesima prova accettando di essere rieletto. Abbiamo un compito importante, ha concluso la Gissi, riaccendere la speranza di poter “vivere in un mondo migliore, più pulito, più libero, più giusto”.