Concorso riservato sc. secondaria: il bando prossimo in GU. Domande dal 20.2 al 22.3

Nell’informativa di stamattina al MIUR, l’Amministrazione ha illustrato i contenuti del bando di concorso riservato agli abilitati della scuola secondaria in applicazione dell’art. 17 del decreto legislativo 59/2017.

Terminato lo specifico iter, tra cui, lo scorso 29 novembre, l’espressione del parere da parte del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, è imminente la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale:

Le domande di partecipazione alla procedura concorsuale – riservata 1) ai docenti in possesso del titolo di abilitazione all’insegnamento nella scuola secondaria di primo e secondo grado conseguita alla data del 31 maggio 2017 ovvero, in aggiunta al titolo abilitante, del titolo di specializzazione sul sostegno per i medesimi gradi di scuola; 2) agli insegnanti tecnico-pratici che alla data del 31 maggio 2017 risultino iscritti nelle GAE oppure nella seconda fascia delle graduatorie di istituto – potranno essere inoltrate da martedì 20 febbraio a giovedì 22 marzo 2018 esclusivamente in modalità “on line”.

In allegato, a cura dell’ufficio sindacale della Segreteria Nazionale della Cisl Scuola, le consuete schede illustrative, aggiornate con i contenuti del bando, oggetto dell’informativa odierna.

SchedaSuConcFIT_Abilitati_1feb_18 (scarica)

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Azioni Legali

La Cisl Scuola Viterbo informa i propri iscritti che è possibile proporre un’azione legale presso il tribunale di Viterbo per le seguenti tematiche:

1 riconoscimento per intero del servizio pre-ruolo per i docenti attualmente in ruolo;

2 riconoscimento dell’anzianità di servizio per il lavoro svolto nella scuola paritaria per i docenti attualmente in ruolo;

3 progressione di carriera per i docenti di ruolo e/o precari;

4 pieno riconoscimento del servizio prestato nella scuola infanzia (ex scuola materna) per i docenti attualmente in ruolo su altri ordini di scuola.

A tal fine gli iscritti potranno rivolgersi al nostro legale Avv. Domenico Cancilla Midossi con studio in via Papa Giovanni XXI, n. 23, Tel. 0761-270265. Orari: dal lunedì al venerdì, dalle ore 15 alle ore 18.

Gissi: restituire al dibattito sul contratto più qualità, più senso e più valore

Forse non si conosce abbastanza cosa sia e come si svolga una trattativa sindacale, quali ne siano i margini e i tempi, legati strettamente e inevitabilmente alla complessità delle questioni che vi si affrontano. Solo così si può spiegare il modo in cui viene condotta, nei confronti dei sindacati impegnati a rinnovare un contratto di lavoro dopo quasi nove anni dalla sua scadenza, una polemica che assume talvolta i toni della rissa, non di rado condita da insulti ancor più insopportabili se provenienti da chi svolge il lavoro di istruire ed educare.
Si ha l’impressione che per molti un contratto si riduca a un semplice “prendere o lasciare”. Che non si abbia consapevolezza di come un contratto, per sua natura, rappresenti la mediazione possibile tra le posizioni di tutti i soggetti che partecipano al negoziato, secondo uno schema che non è peraltro riconducibile al classico confronto fra “parte e controparte”; la dinamica è sempre, in realtà, molto più articolata, dovuta anche all’esistenza – e meno male – di una pluralità di soggetti che, in un assetto democratico delle relazioni sindacali, rappresentano la parte del lavoro dipendente.
Esiti e tempi del negoziato scontano inevitabilmente questa complessità, fermo restando che a monte di ogni trattativa ci sono le condizioni di contesto entro cui si svolge: economiche e, in particolare per i settori del lavoro pubblico, politiche e normative. Sembra rendersi poco conto di tutto questo chi segue la trattativa col “cerino spianato” (bruceremo le tessere! – perché strapparle sembra atteggiamento troppo morbido), pronto a trasformare qualunque indiscrezione o anticipazione sulle posizioni della parte cosiddetta “datoriale” (cioè il Governo e chi lo rappresenta al tavolo negoziale) come il punto di arrivo della trattativa anziché il punto di partenza, e di questo in realtà si tratta, su cui si svilupperanno discussione e confronto.
Le famigerate “bozze” dell’ARAN sono infatti da settimane l’oggetto di un lavoro accurato di esame e di messa a punto di emendamenti da parte sindacale, né mancano continui cambiamenti dei testi in circolazione, per effetto del negoziato in corso, fatto anche molto spesso di riunioni lasciate in sospeso proprio per la difficoltà di trovare mediazioni soddisfacenti e di contatti informali a diversi livelli, come sempre avvenuto in circostanze di questa natura. Da qui i tempi lunghi di una trattativa che si fa fatica a chiudere, pur essendo trascorso più di un anno dall’accordo quadro del 30 novembre 2016.
Attentamente considerata – e non pare che avvenga – andrebbe anche la complessità di un contratto, specialmente se si tratta come in questo caso di un CCNL, che affronta un’infinità di questioni, dovendone disciplinare una mole non indifferente, tra aspetti retributivi e normativi. Ai quali il contratto in essere, tanto per dare l’idea, dedica la bellezza di 150 articoli.
La valutazione dei risultati ottenuti, da cui consegue la decisione di sottoscrivere o meno un accordo, non può che essere fatta a conclusione del percorso negoziale, quando si può ragionevolmente valutare se e quanto delle richieste sindacali trova riscontro, se vi possano essere realisticamente margini di ulteriore miglioramento, o se si debba decidere di non firmare, assumendosi i rischi che tale eventualità comporta e dei quali è necessario essere comunque ben consapevoli.
Nove anni di mancato rinnovo dei contratti non hanno soltanto bloccato le retribuzioni (la cui difesa è venuta unicamente dalle intese sindacali, anch’esse peraltro molto contestate, che hanno permesso di mantenere gli scatti di anzianità); hanno spianato anche il campo a interventi per legge che hanno inciso non poco sulla gestione del rapporto di lavoro, cancellando parti importanti del contratto vigente. Il tentativo di ridimensionare le relazioni sindacali, a vantaggio di filosofie dirigiste o di governo per legge – e non per contratto – del lavoro pubblico è stata una costante degli anni trascorsi, in presenza di governi e maggioranze di segno diverso, e non sembra da escludere nemmeno in prospettiva, considerato il “vento” che spira in generale in Europa e nel mondo e di cui qualche spiffero potrebbe non mancare anche da noi, negli scenari possibili del dopo elezioni che ci attende. L’incertezza e il vuoto che un mancato rinnovo del contratto determinerebbe sono un rischio che gli appassionati sostenitori della non firma sottovalutano pericolosamente.
La “non firma”, in realtà, è la soluzione più facile che un sindacato può avere a disposizione. Non lo compromette, lo esime dall’assumersi la responsabilità di una scelta. Lo priva tuttavia di credibilità e di reale capacità di rappresentanza.
Perché un negoziato produca effetti positivi è indispensabile che chi lo svolge abbia piena legittimazione a discutere e a decidere, sapendo che dalla valutazione delle sue scelte dipenderà anche il suo livello di consenso. Una relazione trasparente e chiara, in un contesto di democrazia nel quale aderire a un sindacato o disdettarne l’iscrizione sono e restano scelte di libertà, senza alcuna necessità di svilirle in minacce di sapore ricattatorio.
Il ragionamento potrebbe valere per tante altre vicende sindacali – anche quelle di più immediata attualità e risonanza, come la vertenza diplomati magistrali – segnate quasi sempre dalla presenza di interessi e contro interessi la cui composizione risulta qualche volta di estrema difficoltà. Tentare di comporre equilibri è la fatica, ma anche la ragion d’essere, di un sindacato serio, ed è anche il presupposto perché la sua azione abbia efficacia in un’ottica di interesse generale. Limitarsi ad assecondare ogni sollecitazione, o peggio ancora puntare ad assecondarle tutte, non è fare sindacato, è fare demagogia. Noi cerchiamo, con tutti i nostri limiti e le nostre insufficienze, di essere e restare un sindacato serio.

Roma, 25 gennaio 2018

Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola

gissi_restituire_valore_contratto (scarica)

Rinnovare il contratto 23.01.2018 (leggi)

Rinno CCNL: all’Aran qualche passo in avanti 17.01.2018 (leggi)

Rinno CCNLA: Nota Sindacale Unitaria 16.01.2018 (leggi)

Gissi: non ci interessano le promesse elettorali, la vera prova sarà dopo il voto

Per carità! Non ho nessuna intenzione di assecondare il vizio delle promesse facili, già troppo diffuso tra le nostre forze politiche”. Così Maddalena Gissi, segretaria generale della Cisl Scuola e della Federazione Scuola Università e Ricerca della Cisl, intervenendo a margine di un convegno organizzato a Mestre dalla Cisl del Veneto, risponde a chi le chiede quale appello la sua organizzazione intenda lanciare ai partiti impegnati nella campagna per il voto del 4 marzo.
Rappresentiamo gente seria, che non ha certo bisogno di contare quante volte la parola scuola ricorra in un programma elettorale per decidere a chi dare il suo voto. Aggiungo: rappresentiamo gente che giustamente non ci chiede indicazioni di voto, perché sa benissimo giudicare e scegliere in piena autonomia. Non ci siamo mai sognati di dire ai nostri associati per chi devono votare, continueremo fare così, rispettandone rigorosamente il pluralismo delle opzioni, che per me è una ricchezza e un valore. Non vuol dire indifferenza o equidistanza da tutte le proposte in campo, chi si riconosce nella Cisl ne condivide valori che pongono precise domande di coerenza: non serve aggiungere altro. In ogni caso – prosegue la Gissi – pensiamo che non possa certo essere un solo tema, sia pure di importanza fondamentale come quello dell’istruzione e formazione, a determinare il giudizio e le scelte di chi vota. L’unico appello che facciamo, questo sì con grande convinzione, è che tutti vadano a votare, ritenendo che un cittadino responsabile debba considerare la partecipazione al voto come un diritto dovere. Ne va della qualità e della forza della nostra democrazia”.
Più che alla campagna elettorale, la segretaria generale Cisl Scuola si dice interessata al dopo elezioni. “È all’indomani del voto che ci interessa vedere quali saranno i comportamenti della politica. Sulle promesse di oggi non vale perdere tempo, ma al nuovo Parlamento e al nuovo Governo faremo sentire da subito la nostra presenza, come interlocutori esigenti e determinati. È in quel momento che li sfideremo alla coerenza sulle parole che avranno speso”.
Una proposta però la leader della Cisl Scuola la avanza: “Comunque vada e chiunque vinca le elezioni, chiederemo che si faccia quello che da troppo tempo non avviene: dedicare a temi di importanza strategica come istruzione, formazione e ricerca la considerazione che meritano, come bene comune dell’intero Paese su cui far convergere l’interesse e l’impegno di tutti. Basta con le troppe smanie di protagonismo, con la presunzione di un riformismo improvvisato e di facciata, con la logica del fare e disfare che va avanti da quasi trent’anni. È del 1990 la conferenza nazionale sulla scuola, in cui a tutti si chiese di dare il proprio contributo in direzione del comune obiettivo di rinnovare il sistema facendone crescere la qualità. Ministro dell’Istruzione era allora l’attuale Presidente della Repubblica. Si segua il suo esempio, si riproponga, attualizzandola, quell’esperienza. Non è possibile che il sistema di istruzione continui a essere terreno di tagli indiscriminati o di investimenti fatti male”.
Il futuro è anche quello di una stagione contrattuale che si fa fatica a chiudere, ma che in ogni caso è destinata a riaprirsi già nel prossimo autunno, quando si avvicinerà la scadenza del contratto nel frattempo eventualmente rinnovato. “Stiamo cercando di chiudere positivamente questo rinnovo – dice Maddalena Gissi – anche se non si tratta di un lavoro semplice, né scontato; si fa molta fatica a sostenere le ragioni del buon senso in un contesto sfavorevole, dove la demagogia pseudosindacale potrebbe tirare la volata alle convenienza di una politica antisindacale. Si ha l’impressione che troppi abbiano interesse a far naufragare la trattativa, anche il clima pre elettorale non favorisce certamente uno svolgimento sereno e proficuo del confronto. Se, come mi auguro, si giungerà alla firma del contratto 2016-2018, toccherà al futuro Governo, subito dopo, prepararsi al rinnovo per il triennio successivo. Un nuovo impegno per noi, per proseguire il percorso verso la giusta valorizzazione del lavoro che rappresentiamo, per la politica un momento di verifica che misurerà la coerenza rispetto alle promesse elettorali. Anche per i governi, come per il sindacato, gli esami non finiscono mai”.

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Incontro al MIUR del 16 gennaio sulla vertenza diplomati magistrali: comunicato unitario

Nel corso dell’incontro di oggi al MIUR sulla questione dei docenti diplomati l’amministrazione in apertura ha reso nota una prima serie di dati desunti da un monitoraggio tuttora in corso e che si concluderà nei prossimi giorni, quando gli uffici regionali avranno risposto a un’ulteriore serie di quesiti contenuti in una circolare in corso di invio.

Queste al momento le risultanze dell’indagine:

  • i docenti assunti a tempo indeterminato con clausola risolutiva sono 6.669 a livello nazionale
  • gli iscritti in GAE con riserva a seguito di una sentenza cautelare 43.534
  • gli iscritti in GAE a pieno titolo 26.252

Le supplenze che coinvolgono docenti inseriti in GAE con riserva sono:

  • 23.356 incarichi al 30/6 o 31/8
  • 20.110 supplenze brevi

Ultimato il monitoraggio, il MIUR ne trasmetterà gli esiti, per avere opportune indicazioni operative, all’Avvocatura dello Stato, che difficilmente potrà pronunciarsi prima della metà di marzo, periodo previsto in linea di massima per una nuova convocazione dei sindacati sulla questione. Fino ad allora, quindi, non è ipotizzata da parte del MIUR alcuna iniziativa volta a dare applicazione alla sentenza, i cui effetti peraltro non riguardano assolutamente coloro che sono interessati alle 7 sentenze passate in giudicato (5.000 persone, la cui posizione di inserimento nelle GAE deve pertanto ritenersi definitiva) né tanto meno chi è stato assunto in passato, per concorso o dalle graduatorie per soli titoli, essendo in possesso del solo diploma magistrale.

Dovrebbe essere superfluo, ma è il caso di precisare che quel diploma conserva in via permanente il suo valore legale come titolo abilitante (requisito confermato anche dalla recente sentenza del CdS) il cui possesso dà diritto di partecipare ai concorsi per l’accesso all’insegnamento nella scuola primaria e dell’infanzia.

Occorre fare il possibile per trovare una soluzione politica, lo abbiamo ribadito oggi al MIUR segnalando l’urgenza di interventi che consentano di ricomporre con giustizia ed equilibrio gli interessi e i diritti in gioco in questa vicenda, sulla quale va fatta una vera e propria operazione verità“. Così Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola, che prosegue: “Tante volte le informazioni diffuse sui media sono state date in modo approssimativo, lacunoso, inesatto. Peggio ancora, c’è chi strumentalizza vicende così drammatiche e pesanti prendendole per fare campagna acquisti di candidature per le imminenti elezioni RSU. E questo sarebbe il nuovo modo di fare sindacato? Riceviamo ogni giorno appelli e comunicati di chi, su fronti opposti, rivendica il diritto a mantenere il posto su cui è stato assunto con riserva, o quello di riaverlo perché a suo tempo indebitamente negato. Chi ha interesse a lasciar andare avanti una così triste guerra tra poveri? Noi certamente no. Per noi l’assistenza legale è un servizio agli associati, non uno strumento di propaganda o di proselitismo. Siamo e facciamo sindacato, l’obiettivo è una soluzione politica che rispetti i diritti di tutti e non lasci a casa nessuno”.

La FLC CGIL ha sollevato fra l’altro il problema della tempistica. “L’alto numero delle persone coinvolteafferma il segretario generale Francesco Sinopolipone con forza l’esigenza di individuare una soluzione in tempi brevi e, nonostante la fase di transizione che si vive a livello politico è necessario cominciare da subito a lavorare a una soluzione che dia risposta ai tanti lavoratori interessati, in modo da non escludere nessuno. Il parere dell’Avvocatura – prosegue Sinopoli – dovrà servire a dare rassicurazioni sulle situazioni pendenti, al fine di garantire la conclusione dell’anno scolastico ed evitare che i tanti docenti destinatari di una sentenza cautelare possano esser preda di operazioni speculative e strumentali. I numeri che oggi l’amministrazione ci ha consegnato sono la base da cui partire per definire un piano programmatico di assunzioni nella scuola primaria e dell’infanzia, che risponda alle esigenze diversificate dei docenti e dei territori, evitando le contraddizioni che ha generato la Legge 107”.

I dati ricevuti dal Miurdichiara Pino Turi segretario generale Uil Scuolanon risolvono di per sé il problema, ma aiutano a definirne i contorni. Bisogna mandare messaggi di chiarezza alle persone attraverso un’informativa trasparente e oggettiva; chi ha responsabilità di gestione della scuola pubblica ha il dovere di prendere in mano la situazione e governarla. Solo un intervento legislativo può dare le risposte alle diverse situazioni determinate dalla sentenza. La fase è molto delicata, occorrono parole e idee chiare da parte dell’amministrazione. Soprattutto, indipendentemente dal colore del Governo, bisogna iniziare a lavorare a soluzioni politiche che siano risolutive del problema. E’ acclarato – conclude Turi – che la via giudiziaria è ormai preclusa e comunque non può dare risultati di natura collettiva: occorre un provvedimento specifico che solo la politica può ed ha l’onere di fare con soluzioni che debbano tenere conto delle diverse posizioni giuridiche e geografiche senza lasciare i lavoratori in balia degli eventi”.

È apprezzabile l’impegno dell’amministrazione per aver fornito, su richiesta delle OO.SS., gli esiti di un monitoraggio complessivo sulla situazione numerica riguardante tutte le regioni coinvolte in tale problematicaafferma Elvira Serafini segretaria generale dello Snals ConfsalMa non può essere l’Avvocatura dello Stato, con il proprio parere, a risolvere una situazione così complessa e con risvolti conflittuali all’interno della stessa categoria. Non possiamo assolutamente trascurare nessuna parte interessata che riguardi il personale della scuola dell’infanzia e della scuola primaria: occorre, pertanto, una soluzione politica condivisa con le parti sociali”.

Rino Di Meglio, Coordinatore Nazionale della GILDA-UNAMS, esprime preoccupazione perla latitanza della politica rispetto ad una situazione che rischia di danneggiare la conclusione dell’anno scolastico, coinvolgendo migliaia di docenti. E fra non molti mesiaggiungescatterà anche quanto previsto dalla legge 107/15, cioè coloro che avranno lavorato per un periodo di 36 mesi, anche non continuativi, rischieranno il licenziamento definitivo, in assenza di un rimedio legislativo. Da parte nostra esprimiamo serie perplessità nei confronti di chi tenta di perseguire vie giudiziarie lunghe ed improbabili. Chiediamo al Governo di predisporre con urgenza una soluzione politico-legislativa (anche se dovesse cambiare l’Esecutivo, almeno si abbrevieranno i tempi) che affronti la situazione, salvaguardando i diritti di tutti, compresi quelli non trascurabili degli alunni, tenendo anche presente che le graduatorie della Scuola Primaria sono esaurite in molte province. Una situazione grave che non deve essere sottovalutata”.

Nel corso dell’incontro i sindacati

  • hanno posto all’attenzione del MIUR la necessità di individuare soluzioni atte a rimuovere analoghe ragioni di contenzioso che potrebbero riproporsi anche sul versante degli insegnanti tecnico pratici;
  • hanno infine ribadito come la situazione che si sta determinando per i possibili effetti della sentenza del Consiglio di Stato, unita al compiersi del terzo anno di vigenza della legge 107, renda ancor più evidente la pericolosità delle disposizioni contenute nel comma 131 della legge stessa, che prevede la non reiterazione dei contratti a termine per oltre un triennio. Disposizioni al limite del paradosso, con le quali un giusto obiettivo – contrastare l’abuso di lavoro precario – viene perseguito ponendo a carico dei lavoratori, e non del datore di lavoro, le sanzioni che da tale abuso derivano. Un’assurdità, ma prima ancora una palese ingiustizia che va assolutamente impedita, rimuovendone alla radice la causa prima che i suoi effetti abbiano a verificarsi.

Roma, 16 gennaio 2018

FLC CGIL – CISL SCUOLA – UIL SCUOLA RUA – SNALS CONFSAL – GILDA UNAMS

COMUNICATO_INCONTRO_MIUR_16-1-2018 (scarica)

Rinnovo RSU, si vota il 17-18-19 aprile. Il protocollo firmato oggi da ARAN e Sindacati

È stato firmato oggi il protocollo tra ARAN e Sindacati che fissa tempi e modalità per l’elezione delle RSU in tutti i comparti dl pubblico impiego. Le votazioni avranno luogo nei giorni 17, 18 e 19 aprile 2018.

Entro il 9 marzo dovranno essere presentate le liste dei candidati.

Lo scrutinio avverrà per tutti i seggi nella giornata del 20 aprilee vi sarà tempo fino al 27 per la pubblicazione dei risultati.

calendario-rsu-2018 (scarica)

Diplomati magistrali, sindacati convocati nuovamente al MIUR martedì 16 gennaio

Come convenuto nel corso del precedente incontro svoltosi il 4 gennaio scorso, la dott. De Pasquale, Capo Dipartimento Istruzione, ha riconvocato i sindacati al MIUR per martedì prossimo, 16 gennaio, alle ore 10 al fine di proseguire il monitoraggio e il confronto sulla situazione determinatasi dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha negato il diritto ad essere incluso nelle GAE a moltissimi docenti in possesso del solo diploma di abilitazione magistrale.
Come affermato nel comunicato unitario diffuso al termine dell’incontro di giovedì corso, in attesa di verificare modalità e tempi di un’eventuale prosecuzione del contenzioso e stante l’impossibilità di prevederne con certezza gli esiti si rende indispensabile una soluzione poltica che, in presenza di diffusi interessi e controinteressi, “riconosca i diritti di tutti e non lasci a casa nessuno“.
In questa direzione prosegue l’impegno della Cisl Scuola, in coerenza con le posizioni più volte manifestate in materia di reclutamento del personale: a partire da una politica degli organici che risponda efficacemente al fabbisogno di posti per il buon funzionamento delle nostre scuole, ridurre al minimo indispensabile il ricorso a lavoro precario, assumere a tempo indeterminato su tutti i posti vacanti e disponibili, valorizzare l’esperienza di lavoro acquisita stabilizzando i reiterati rapporti di lavoro precario.

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http://www.cislscuola.it/index.php?id=2872&tx_ttnews%5Btt_news%5D=29314&cHash=b8eeaa5fdc067a50ff82a006b8f07986

Sentenza Consiglio di Stato sui diplomati magistrali, giustizia ondivaga e politica miope danneggiano lavoratori

La sentenza del Consiglio di Stato n. 11/2017 non può certo lasciare soddisfatto chi, come la Cisl Scuola, ha sostenuto numerose azioni di ricorso amministrativo tendenti ad affermare il diritto dei diplomati magistrali ad accedere alle GAE, fornendo agli interessati il necessario supporto legislativo, ma soprattutto impegnandosi perché su un tema delicato e complesso come il reclutamento del personale docente si assumessero giuste e opportune scelte politiche. Lo abbiamo fatto rivendicando sempre una gestione del reclutamento che riconoscesse giusto valore anche all’esperienza acquisita in anni di lavoro precario, o battendoci, da ultimo nel percorso di discussione e approvazione della legge 107 e dei suoi provvedimenti delegati, per ottenere una generale stabilizzazione del lavoro, chiedendo con forza che si assumessero a tempo indeterminato i tanti precari da anni in servizio, a prescindere dalla loro collocazione in graduatoria. Questo versante rimane ora più che mai quello su cui proseguire con determinazione ancora maggiore, sapendo che le soluzioni politiche non si improvvisano e che occorre sempre una grande capacità, su temi di questa natura, di comporre interessi e controinteressi, entrambi inevitabilmente presenti; ma sapendo anche quanto sia per sua natura esposta a esiti incerti e mai facilmente prevedibili la tutela per via giudiziaria, extrema ratio del sindacato quando le soluzioni politiche non si riescono a trovare, per miopia o mancanza di volontà di chi avrebbe il potere e il dovere di provvedervi.
Di questa sentenza colpisce il vero e proprio rovesciamento che si registra rispetto a precedenti pronunciamenti, anche dello stesso Consiglio di Stato; a fare le spese di questo andamento ondivago di una giustizia amministrativa, che prima riconosce e poi disconosce diritti, rischiano di essere migliaia di persone per le quali la Cisl Scuola proseguirà nella ricerca di una soluzione politica che saldi la tutela dei lavoratori e le esigenze di continuità didattica. Lo faremo già nel prossimo incontro al MIUR chiesto e ottenuto per il 4 gennaio, con la presenza del sottosegretario De Filippo, continuando nel frattempo ad assicurare il necessario sostegno anche in sede legale. I nostri consulenti sono già impegnati a individuare quali ulteriori azioni sia possibile e utile intraprendere, valutando opportunamente tempi e modi con cui il contenzioso potrà essere trasferito in altre sedi.
Il giusto risentimento e la preoccupazione di tante lavoratrici e lavoratori per le conseguenze cui la sentenza li espone non diventeranno mai, per noi, un disagio da cavalcare più o meno strumentalmente, restando invece un problema da affrontare con la serietà, l’intelligenza e la competenza necessarie. Sarà ancora una volta questo il nostro modo di stare in campo a difendere i diritti del personale che ci affida la sua rappresentanza e la sua tutela.

Roma, 23 dicembre 2017

Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola

cds_11_dichiarazione (scarica)

ADUNANZA_PLENARIA_N._11.2017 (scarica)

Mobilità, prorogata di un anno la validità del contratto in vigore per il 2017/18

FLC Cgil CISL Scuola UIL Scuola Rua e il Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca, in attesa di regolare pienamente la materia nell’ambito del prossimo rinnovo contrattuale 2016-2018, hanno convenuto di prorogare integralmente, e limitatamente all’anno scolastico 2018-19, la validità del vigente Contratto sulla mobilità del personale della scuola.
Le ragioni di tale scelta risiedono innanzitutto nella necessità di assicurare un sereno e ordinato inizio del prossimo anno scolastico. In questa fase, infatti, fino a quando non verrà definito il nuovo Contratto nazionale, il cui negoziato è appena iniziato, non sarà possibile né regolare un nuovo Contratto di mobilità con validità triennale (come prevede l’atto di indirizzo del Governo all’ARAN), né apportare significative modifiche migliorative rispetto alle deroghe di legge acquisite lo scorso anno. Modifiche che hanno già eliminato diversi punti negativi della Legge 107/2015 ripristinando la facoltà di trasferimento del personale sulle singole scuole e neutralizzando in grandissima parte la cosiddetta chiamata diretta.
La proroga potrà assicurare una maggiore fluidità nelle procedure di mobilità grazie anche all’accorciamento dei tempi a disposizione degli organi di controllo, trattandosi di un contratto già da essi approvato, e grazie all’utilizzazione della modulistica e dalle configurazioni di sistema già utilizzate per trasferimenti, assegnazioni provvisorie e utilizzazioni riferiti al corrente anno scolastico. Ciò avrà peraltro riflessi positivi sul lavoro delle istituzioni scolastiche che potranno operare con tempi più distesi sia sulla formulazione delle proposte di organico sia sul trattamento delle domande di mobilità. Cosi come sarà positivo ai fini del rientro nelle sedi di residenza dei docenti il finanziamento di 150 milioni di euro previsto nella legge di bilancio 2018 al fine di aumentare i posti in organico di diritto utili alle operazioni di mobilità.
Infine è stata acquisita la disponibilità del Miur a individuare le necessarie soluzioni al fine di superare le criticità emerse lo scorso anno in fase di applicazione del Ccni.
Rimane ferma la volontà di FLC Cgil CISL Scuola UIL Scuola RUA di ricondurre in maniera definitiva l’argomento della mobilità nell’ambito contrattuale, con l’obiettivo di cancellare ogni aspetto deleterio della legge 107/2015 che in tale materia ha operato forzature, tutte da superare, sui diritti dei lavoratori, sulla libertà di insegnamento e sull’imparzialità dell’amministrazione.

Roma, 22 dicembre 2017

COMUNICATO_CCNI_MOBILITA_22DIC2017 (scarica)

Cisl Scuola in crescita: il bilancio del 2017 di Lena Gissi

È stato un anno impegnativo quello che si chiude, come lo sono stati quelli precedenti e come in fondo lo sono tutti per un sindacato come il nostro, attivo e presente tutti i giorni in ogni angolo d’Italia per onorare al meglio il mandato di rappresentanza che tantissime lavoratrici e lavoratori gli affidano. Assicurando servizi di consulenza, assistenza e tutela individuale la cui qualità, ampiamente riconosciuta, è da sempre motivo di soddisfazione e di orgoglio per la Cisl Scuola. Il merito è soprattutto di una dirigenza territoriale capace di spendersi con generosità e competenza, tanto che le nostre sedi sono costantemente affollate di persone la cui presenza è il migliore antidoto ai rischi di burocratizzazione che ogni grande struttura organizzata inevitabilmente corre.
Ma la cura riservata alla tutela individuale non esaurisce certo la nostra funzione, consistente prima di tutto e soprattutto nella rappresentanza generale e d’insieme degli interessi comuni a chi lavora nella scuola, in un’ottica di interesse generale che resta il nostro orizzonte di riferimento come organizzazione confederale. Possono sembrare espressioni generiche e vuote, ma non lo sono affatto nel contesto che viviamo, dove l’esigenza di rinsaldare i legami di unità e solidarietà sociale è fortissima, per il permanere di squilibri e disuguaglianze che la crisi degli ultimi anni ha pericolosamente accentuato. Proprio per questo abbiamo voluto come motto del nostro congresso, celebrato a fine maggio, “Fare comunità”: un messaggio rivolto alla scuola, esaltando le pratiche di condivisione e collegialità che ne fanno una comunità educante, ma che va certamente assunto anche in una dimensione più ampia.
Il 2017 ha visto riaprirsi, per il sindacato, spazi importanti di iniziativa e di confronto, dopo una fase segnata da un pericoloso deficit di dialogo sociale. Per il lavoro pubblico si sta finalmente concretizzando un obiettivo importante, quello di un rinnovo contrattuale atteso da anni: in questo senso salutiamo con favore la convocazione all’ARAN per il 2 gennaio, dopo averla sollecitata nei giorni scorsi insieme alle altre organizzazioni sindacali. Siamo consapevoli che il nuovo contratto non potrà certo essere risolutivo di tutti i problemi né soddisfare appieno tutte le attese, ma può segnare un primo passo in direzione di un più giusto riconoscimento del nostro lavoro, della sua importanza, della sua dignità.
Per la scuola, l’azione sindacale ha prodotto risultati importanti anche per correggere alcune storture indotte da interventi legislativi discutibili e discussi, confermandosi come risorsa fondamentale su cui far leva per valorizzare la professionalità di chi lavora e la qualità dei processi di innovazione. Ci siamo battuti in questi mesi, e continueremo a farlo, perché Istruzione e formazione siano riconosciuti come settori strategici di investimento, perché il lavoro nella scuola si affranchi da una condizione di precarietà ancora troppo diffusa, perché l’aspirazione a lavorare nella scuola non debba sempre necessariamente sfociare in situazioni di conflitto tra interessi contrapposti. Anche le vicende più recenti, segnate da comportamenti contraddittori della giustizia amministrativa, ci dicono che la sede giusta in cui le soluzioni ai problemi vanno cercate è quella politica, di una buona politica capace di ascolto, di sintesi e di equilibrio.
Chiudiamo il 2017 con dati confortanti per quanto riguarda la nostra tenuta organizzativa. Non è l’unico aspetto di cui tenere conto nel trarre un bilancio, ma sicuramente è un bel segnale quello che ci viene dal trend di crescita del nostro numero di associati. Limitandoci agli iscritti pagati dal Tesoro, un dato particolarmente rilevante perché attestato ufficialmente dall’Amministrazione, la Cisl Scuola incrementa di 2.500 unità, rispetto al mese di dicembre dello scorso anno, le deleghe rilasciate dai lavoratori, confermandosi nettamente come il sindacato con più alto numero di iscritti nel settore. In crescita significativa anche le iscrizioni del personale precario non pagato dal Tesoro e quelle del personale delle scuole non statali e della formazione professionale. Consideriamo questi dati come la risposta più eloquente a quanti non perdono occasione per parlare di sindacato in affanno e in crisi. Un’abitudine che per qualcuno sembra rappresentare una vera e propria ragione di vita, ma che rivela ancora una volta la propria inconsistenza.
Per noi la crescita di iscritti è solo un ulteriore stimolo ad affrontare il nuovo anno svolgendo il nostro ruolo con ancor più determinazione e convinzione, nell’interesse della scuola e delle tante persone che ci lavorano con intelligenza, competenza, generosità e passione.

Roma, 29 dicembre 2017

Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola

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