È in atto dal 3 maggio scorso la mobilitazione dei dirigenti scolastici, proclamata dopo che si è rivelata infruttuosa una fase di intensa interlocuzione con il Miur, per denunciare lo stato di disagio della Categoria, disagio ormai veramente insopportabile. La situazione è stata persino aggravata dall’incremento delle incombenze e dei carichi di lavoro dovuti alla Legge 107/2015, con le connesse procedure valutative (Direttiva 36/2016, Linee Guida, Strumenti), e dagli oneri legati alla pubblicità e trasparenza, ennesimo aumento delle “molestie burocratiche”. Le posizioni della Cisl Scuola, il cui impegno per dare giusto valore alla dirigenza scolastica si esprime su molti versanti nel rapporto con l’Amministrazione, le istituzioni e le forze politiche, sono quelle espresse già da tempo e rintracciabili nei molteplici documenti e nei diversi interventi.
Primo obiettivo delle nostre rivendicazioni, come indicato nuovamente anche a novembre 2015 nelle Linee comuni di orientamento per il rinnovo del contratto, è il superamento delle sperequazioni retributive interne ed esterne. Accanto a questo, riteniamo fondamentale l’eliminazione delle responsabilità improprie attribuite ai dirigenti in materia di sicurezza negli edifici scolastici.
Questi temi sono stati al centro di numerose iniziative che sono scaturite anche dall’ascolto dei nostri iscritti in molteplici assemblee nei diversi contesti territoriali. Sono stati così realizzati convegni nazionali, sit-in davanti al Ministero, ricorso al TAR, cedolino day, sciopero nazionale, petizione per la sicurezza, diffide ai direttori regionali, ecc.
Verso il rinnovo del contratto
Qualche segnale di diversa attenzione da parte dell’Amministrazione si è manifestato con l’insediamento della neo Ministra Valeria Fedeli. La Ministra ha previsto tra gli argomenti all’ordine del giorno del suo primo incontro con i sindacati tematiche riguardanti i dirigenti scolastici, come l’“armonizzazione” retributiva e la valutazione. Le questioni hanno trovato spazio nel confronto con le OO.SS. che ha preceduto l’invio delle proposte di esclusiva competenza del MIUR alla Presidenza del Consiglio e al MEF per l’emanazione dell’Atto di Indirizzo in vista dell’apertura del tavolo contrattuale. Il Miur ha proposto per l’emanazione dell’Atto di indirizzo l’obiettivo della progressiva armonizzazione della retribuzione di posizione di parte fissa entro il nuovo comparto. Un buon punto di partenza, utile ad avvicinare le posizioni prima ancora che si avvii il tavolo contrattuale.
Per noi, come già detto da tempo, l’obiettivo rimane il superamento della sperequazione economica interna ed esterna e per quanto ci riguarda continueremo a rivendicare, nel DEF e nella legge di Bilancio, le ulteriori necessarie risorse, aggiuntive a quelle cui fa riferimento l’Accordo del 30 novembre. Nel quale – è bene precisarlo – gli 85 euro mensili non costituiscono un tetto massimo, ma la soglia minima di un “aumento medio non inferiore agli 85 euro mensili”. Continueremo pertanto a batterci per ottenere il miglior contratto possibile con la nostra azione – che chiediamo agli iscritti di sostenere – nei confronti del Governo (a partire dal MEF) e del Parlamento.
Questioni di natura legislativa e amministrativa
Incremento FUN
Altre questioni sono legate prioritariamente ad interventi di natura legislativa. Tra queste, unitamente all’esonero per i vicari delle scuole in reggenza, il promesso incremento una tantum di 10 milioni di euro del FUN 2016/2017. Su questi temi erano stati presentati, a seguito delle nostre ripetute sollecitazioni, specifici emendamenti al ddl di conversione in legge del decreto vaccini, ma il Parlamento non li ha approvati.
Rispetto all’incremento del FUN, stiamo premendo sul Miur affinché siano attuate soluzioni alternative, per rendere comunque esigibili risorse che sono ricavate, peraltro, dalle economie di sistema.
Responsabilità e sicurezza
Dopo il nostro incontro con alcuni parlamentari della VII Commissione della Camera, è stata finalmente calendarizzata la discussione dei due disegni di legge (Pellegrini – Carocci) per la modifica del dlgs. 81/2008 in materia di responsabilità dei dirigenti scolastici. Abbiamo da tempo chiesto ai nostri iscritti di firmare una petizione per sostenere l’accidentato percorso parlamentare e abbiamo avanzato concrete proposte nella memoria da noi consegnata in audizione; contemporaneamente abbiamo sollecitato il Miur a riprendere la via amministrativa che era già prevista nel medesimo dlgs.
Su questa materia, abbiamo anche diffidato i direttori regionali a non procrastinare oltre la valutazione dello stress lavoro correlato, sul quale incide fortemente il regime delle responsabilità affidate ai dirigenti, in quanto datori di lavoro, sulla salute e sicurezza. Il Miur ha predisposto a tal fine, come primo atto, un questionario e ha chiesto ai direttori degli Usr di somministrarlo a tutti i dirigenti scolastici.
Valutazione
Su nostra sollecitazione, il Miur ha costituito il previsto Osservatorio per quanto riguarda la valutazione dei dirigenti scolastici; si è inoltre ottenuta per quest’anno la sterilizzazione degli ipotizzati effetti economici della valutazione. L’Amministrazione ha convenuto anche sull’opportunità di soprassedere nel 2016/2017 alla classificazione valutativa dei dirigenti, ma non ha ancora dato seguito ad atti amministrativi conseguenti.
Ed è proprio per l’assenza di atti concreti che, dopo aver espresso insoddisfazione per gli esiti del tavolo tecnico politico, abbiamo invitato i dirigenti a non partecipare alla formazione e alle conferenze di servizio, dando indicazione ai nostri iscritti di compilare solo parzialmente il portfolio.
Semplificazione amministrativa
In tema di semplificazioni amministrative, siamo in attesa del nuovo Regolamento contabile e sono state concordate con l’Amministrazione una serie di provvedimenti e misure per alleggerire e snellire la gestione amministrativo contabile delle scuole. A questo tavolo abbiamo denunciato le interferenze dei Revisori contabili e i diversificati comportamenti delle Ragionerie territoriali dello Stato in sede di certificazione degli accordi.
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Quella che viviamo è una situazione complessa e il breve riepilogo proposto basta a evidenziare la difficoltà che si incontrano per ottenere da Governo e Parlamento la giusta considerazione per le istanze della categoria. L’azione concertativa e contrattuale, per essere efficace, necessita di un forte sostegno da parte della base associativa, tenendo sempre presente quali sono le reali controparti verso le quali agire e mobilitarsi. Come già detto, intendiamo presidiare i tavoli contrattuali col massimo di determinazione, con l’impegno – come sempre avvenuto anche in altre occasioni – di sottoporne gli esiti, per una loro valutazione, anzitutto ai nostri iscritti. Questo è per noi un modo consolidato di procedere, e anche l’unico modo per fare seriamente azione sindacale.