La trattativa è entrata in un pericoloso stallo. Gli 85 euro medi mensili non sono trattabili. Solo il contratto può restituire dignità al lavoro e ai lavoratori
La trattativa per il rinnovo contrattuale del comparto Istruzione e ricerca è in stallo. Lo denunciano i segretari generali di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua e Snals Confsal, ritenendo inaccettabile che dal 9 novembre, data di inizio del negoziato, non si sia fatto alcun passo in avanti.
I sindacati hanno dimostrato la più ampia disponibilità al confronto, pur mantenendo alcuni punti fermi su cui non sono disponibili a trattare al ribasso, a partire dagli 85 euro medi mensili di aumento sullo stipendio tabellare per tutto il personale del Comparto, in coerenza con i contenuti dell’Accordo del 30 novembre 2016, come condizione di salvaguardia delle fasce più basse che si addensano numerose nei settori dell’Istruzione e Ricerca. Su questo punto i sindacati chiedono le dovute garanzie al Governo per assicurare al comparto un aumento medio mensile di 85 euro, senza alcuna diminuzione.
“Sulle partite economiche – rilanciano i segretari generali – chiediamo certezza e trasparenza e riconfermiamo la richiesta di risorse aggiuntive per recuperare la perdita stipendiale dopo otto anni di vuoto contrattuale che ha colpito più di tutti il nostro settore, indispensabili per valorizzare l’impegno e la professionalità di docenti, educatori, Ata, ricercatori, tecnici e amministrativi, riducendo il gap stipendiale esistente sia all’interno del Pubblico Impiego che nel confronto con gli stipendi dei colleghi europei”.
Un terzo punto fermo riguarda la riconduzione al contratto di materie come l’organizzazione del lavoro, il salario accessorio, le sanzioni disciplinari, la formazione e la determinazione dei periodi di prova.
“Dopo otto anni di attesa – proseguono Francesco Sinopoli, Maddalena Gissi, Giuseppe Turi e Elvira Serafini – i lavoratori non possono tollerare questa ‘melina’ e nemmeno i giochi a carte coperte. In mancanza di risposte convincenti e immediate la reazione della categoria non si farà attendere, continuando e se necessario inasprendo le iniziative di mobilitazione”.
In questa prospettiva, già nei prossimi giorni saranno attivate le procedure obbligatorie previste dalla legge per il raffreddamento dei conflitti. Da parte dei sindacati non c’è alcuna disponibilità, dopo anni di attesa e di rivendicazioni, ad accettare un contratto al ribasso.
“Esigiamo un riconoscimento concreto delle nostre professionalità – concludono i segretari generali – attraverso un Contratto che restituisca loro dignità e valore, che sia strumento di regolazione di crescita della qualità in tutti i settori della conoscenza e di coesione tra tutte le categorie dei lavoratori di scuola, università, ricerca e Afam. Il tempo dei tentennamenti e delle tattiche di dilatorie, è abbondantemente scaduto: è urgente procedere senza dubbi e incertezze all’attribuzione delle risorse necessarie per una positiva chiusura del confronto negoziale”.
Roma, 18 dicembre 2017
COMUNICATO CONTRATTO ISTR-RICERCA 18_12_2017 (scarica)