Incontro diplomati magistrale e ITP: DATA RETTIFICATA

Si comunica che il giorno 16 febbraio 2018 alle ore 16,30 presso l’Aula Magna dell’ITE Paolo Savi di Viterbo si terrà l’incontro per i diplomati magistrale e ITP: prospettive e conseguenze dopo la sentenza del Consiglio di Stato. Si pone l’attenzione sulla data modificata.

Di seguito potrete scaricare la locandina dell’appuntamento.

CISL Diplomati Magistrali 16_2_18 (scarica la locandina)

Firmato il nuovo contratto del comparto dell’istruzione e della ricerca. Comunicato unitario

Firmato all’ARAN oggi, 9 febbraio, il primo contratto nazionale di lavoro del nuovo comparto Istruzione e Ricerca. Un milione e duecentomila tra docenti, personale ata, ricercatori, tecnologi, tecnici, amministrativi hanno finalmente riconquistato uno strumento forte di tutela delle proprie condizioni di lavoro, dopo anni di blocco delle retribuzioni e di riduzione degli spazi di partecipazione e di contrattazione.
Gli aumenti salariali sono in linea con quanto stabilito dalle confederazioni con l’accordo del 30 novembre 2016 e vanno, per la scuola, da un minimo di 80,40 a un massimo di 110,70 euro; pienamente salvaguardato per le fasce retributive più basse il bonus fiscale di 80 euro.
Nessun aumento di carichi e orari di lavoro, nessun arretramento per quanto riguarda le tutele e i diritti nella parte normativa, nella quale al contrario si introducono nuove opportunità di accedere a permessi retribuiti per motivi personali e familiari o previsti da particolari disposizioni di legge.
Il contratto segna una svolta significativa sul terreno delle relazioni sindacali, riportando alla contrattazione materie importanti come la formazione e le risorse destinate alla valorizzazione professionale. Rafforzati tutti i livelli di contrattazione, a partire dai luoghi di lavoro, valorizzando in tal modo il ruolo delle RSU nell’imminenza del loro rinnovo.
Tra le altre novità di rilievo il diritto alla disconnessione, a tutela della dignità del lavoro, messo al riparo dall’invasività delle comunicazioni affidate alle nuove tecnologie.
Per quanto riguarda il personale docente della scuola, si è ottenuto di rinviare a una specifica sequenza contrattuale la definizione del codice disciplinare con l’obiettivo di una piena garanzia di tutela della libertà di insegnamento. Riportando alla contrattazione le risorse finalizzate alla valorizzazione professionale, ripristinando la titolarità di scuola, assumendo in modo esplicito un’identità di scuola come comunità educante si rafforza un modello che ne valorizza fortemente la dimensione partecipativa e la collegialità.
Questo contratto, la cui vigenza triennale 2016-18 si concluderà con l’anno in corso, assume forte valenza anche nella prospettiva del successivo rinnovo di cui vengono poste le basi e dell’impegno che comunque andrà ripreso anche nei confronti del nuovo Parlamento e del nuovo Governo, per rivendicare una politica di forte investimento nei settori dell’istruzione e della ricerca. Si chiude cosi una lunga fase connotata da interventi unilaterali, aprendone una nuova di riconosciuto valore al dialogo sociale.

Roma, 9 febbraio 2018
Francesco Sinopoli Flc Cgil
Franco Martini Cgil
Maddalena Gissi Cisl FSUR
Ignazio Ganga Cisl
Giuseppe Turi Uil Scuola RUA
Antonio Foccillo Uil

Somministrazione farmaci agli alunni, firmato il protocollo: ecco tutto ciò che occorre sapere

E’ stato siglato in data 31 gennaio 2018  tra il M.I.U.R. – Ufficio Scolastico Regionale per il LAZIO e la REGIONE LAZIO  il protocollo d’intesa dal titolo “Percorso integrato per la somministrazione dei farmaci in ambito e in orario scolastico“, approvato con la deliberazione di Giunta regionale 17/10/2017 n. 649.

Nel protocollo sono definiti “criteri, procedure, competenze, azioni, interventi e responsabilità connessi alle necessità di somministrazione dei farmaci agli alunni con patologie croniche o assimilabili che frequentano le scuole di ogni ordine e grado della Regione Lazio, comprese le agenzie formative accreditate, a tutela della salute e della sicurezza in orario scolastico o formativo e della regolare frequenza”.

Contratto Scuola: Cisl, fiduciosi su esito incontro oggi

La Cisl èfiduciosache nell’incontro del pomeriggio all’Aran si possa individuareun percorso utile a chiudere il contratto istruzione che dovrà poter consentire di recuperare la situazione di stallo durata nove anni”. Lo dichiara il segretario confederale della Cisl, Ignazio Ganga.

È importante, pertanto” – continua Ganga – “che Aran e Governo aiutino queste ultime fasi di confronto superando alcune resistenze di parte pubblica per arrivare celermente alla conclusione delle trattative iniziate lo scorso due gennaio e che necessitano la ricerca del compimento dell’iter contrattuale. Dare un nuovo contratto al comparto Istruzione, per la Cisl, è un fatto estremamente importante per la definizione delle regole del rapporto di lavoro che vanno di pari passo con i risvolti economici che si avranno per circa un milione e duecentomila lavoratrici e lavoratori italiani. Ma il contratto dovrà soprattutto restituire dignità ai tanti lavoratori che hanno sempre e comunque garantito il buon funzionamento del filone della conoscenza senza mai perdere di vista le ragioni di una missione preziosa”.

La Cisl  – “oltre all’essenziale rivendicazione economica, dopo anni di vuoto assoluto” – richiama la necessità di superare alcune criticità emerse nel confrontoche altro non vogliono se non dare le lecite valorizzazioni agli operatori del comparto”.

L’attuale contratto conclude Ganga – “riveste, inoltre, importanza anche per la capacità di visione d’insieme che dovrà riuscire a coniugare le esigenze dei diversi settori come quello della scuola, dell’università e della ricerca per la prima volta considerate unitariamente dallo strumento contrattuale, consentendo, se ben modulata fra i comparti, una visione unitaria utile a migliorare la proposta formativa del Paese”.

Roma, 8 febbraio 2018

Incontro informativo al Miur relativo all’OM sulla mobilità a.s. 2018/19

Si è svolto stamattina al Miur l’incontro di informativa sull’Ordinanza Ministeriale applicativa del CCNI sulla mobilità per l’anno scolastico 2018/19. L’ordinanza – che sarà emanata solo dopo la certificazione da parte degli organi di controllo dell’Accordo siglato il 22.12.2017che ha prorogato il CCNI sulla mobilità dello scorso anno – conterrà i termini per la presentazione delle domande che si ipotizzano nel mese di aprile, subito dopo Pasqua.

E’ prevista la gestione informatizzata della mobilità del personale educativo, impegno assunto dal Miur nel CCNI dello scorso anno.

La Cisl Scuola ha richiesto che l’ordinanza, i cui contenuti non possono ovviamente contrastare con le regole previste nel CCNI, chiarisca comunque alcune questioni interpretative emerse nelle operazioni di mobilità dello scorso anno. Tra queste segnaliamo il trattamento d’ufficio su scuola dei soprannumerari non soddisfatti a domanda; la graduatoria ai fini dei perdenti posto sul sostegno della scuola secondaria di secondo grado (deve essere compilata senza distinzione tra le quattro aree); la possibilità di costituire Cattedre Orario Esterne (COE) anche tra scuole di ambiti diversi e tra corsi diurni e serali.

Concorso riservato sc. secondaria: il bando prossimo in GU. Domande dal 20.2 al 22.3

Nell’informativa di stamattina al MIUR, l’Amministrazione ha illustrato i contenuti del bando di concorso riservato agli abilitati della scuola secondaria in applicazione dell’art. 17 del decreto legislativo 59/2017.

Terminato lo specifico iter, tra cui, lo scorso 29 novembre, l’espressione del parere da parte del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, è imminente la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale:

Le domande di partecipazione alla procedura concorsuale – riservata 1) ai docenti in possesso del titolo di abilitazione all’insegnamento nella scuola secondaria di primo e secondo grado conseguita alla data del 31 maggio 2017 ovvero, in aggiunta al titolo abilitante, del titolo di specializzazione sul sostegno per i medesimi gradi di scuola; 2) agli insegnanti tecnico-pratici che alla data del 31 maggio 2017 risultino iscritti nelle GAE oppure nella seconda fascia delle graduatorie di istituto – potranno essere inoltrate da martedì 20 febbraio a giovedì 22 marzo 2018 esclusivamente in modalità “on line”.

In allegato, a cura dell’ufficio sindacale della Segreteria Nazionale della Cisl Scuola, le consuete schede illustrative, aggiornate con i contenuti del bando, oggetto dell’informativa odierna.

SchedaSuConcFIT_Abilitati_1feb_18 (scarica)

SchedaSuValutazPercAnnuale_1feb_18 (scarica)

decretoMiur_995_15dic_17 (scarica)

decretoMiur_984_14dic_17 (scarica)

Azioni Legali

La Cisl Scuola Viterbo informa i propri iscritti che è possibile proporre un’azione legale presso il tribunale di Viterbo per le seguenti tematiche:

1 riconoscimento per intero del servizio pre-ruolo per i docenti attualmente in ruolo;

2 riconoscimento dell’anzianità di servizio per il lavoro svolto nella scuola paritaria per i docenti attualmente in ruolo;

3 progressione di carriera per i docenti di ruolo e/o precari;

4 pieno riconoscimento del servizio prestato nella scuola infanzia (ex scuola materna) per i docenti attualmente in ruolo su altri ordini di scuola.

A tal fine gli iscritti potranno rivolgersi al nostro legale Avv. Domenico Cancilla Midossi con studio in via Papa Giovanni XXI, n. 23, Tel. 0761-270265. Orari: dal lunedì al venerdì, dalle ore 15 alle ore 18.

Gissi: restituire al dibattito sul contratto più qualità, più senso e più valore

Forse non si conosce abbastanza cosa sia e come si svolga una trattativa sindacale, quali ne siano i margini e i tempi, legati strettamente e inevitabilmente alla complessità delle questioni che vi si affrontano. Solo così si può spiegare il modo in cui viene condotta, nei confronti dei sindacati impegnati a rinnovare un contratto di lavoro dopo quasi nove anni dalla sua scadenza, una polemica che assume talvolta i toni della rissa, non di rado condita da insulti ancor più insopportabili se provenienti da chi svolge il lavoro di istruire ed educare.
Si ha l’impressione che per molti un contratto si riduca a un semplice “prendere o lasciare”. Che non si abbia consapevolezza di come un contratto, per sua natura, rappresenti la mediazione possibile tra le posizioni di tutti i soggetti che partecipano al negoziato, secondo uno schema che non è peraltro riconducibile al classico confronto fra “parte e controparte”; la dinamica è sempre, in realtà, molto più articolata, dovuta anche all’esistenza – e meno male – di una pluralità di soggetti che, in un assetto democratico delle relazioni sindacali, rappresentano la parte del lavoro dipendente.
Esiti e tempi del negoziato scontano inevitabilmente questa complessità, fermo restando che a monte di ogni trattativa ci sono le condizioni di contesto entro cui si svolge: economiche e, in particolare per i settori del lavoro pubblico, politiche e normative. Sembra rendersi poco conto di tutto questo chi segue la trattativa col “cerino spianato” (bruceremo le tessere! – perché strapparle sembra atteggiamento troppo morbido), pronto a trasformare qualunque indiscrezione o anticipazione sulle posizioni della parte cosiddetta “datoriale” (cioè il Governo e chi lo rappresenta al tavolo negoziale) come il punto di arrivo della trattativa anziché il punto di partenza, e di questo in realtà si tratta, su cui si svilupperanno discussione e confronto.
Le famigerate “bozze” dell’ARAN sono infatti da settimane l’oggetto di un lavoro accurato di esame e di messa a punto di emendamenti da parte sindacale, né mancano continui cambiamenti dei testi in circolazione, per effetto del negoziato in corso, fatto anche molto spesso di riunioni lasciate in sospeso proprio per la difficoltà di trovare mediazioni soddisfacenti e di contatti informali a diversi livelli, come sempre avvenuto in circostanze di questa natura. Da qui i tempi lunghi di una trattativa che si fa fatica a chiudere, pur essendo trascorso più di un anno dall’accordo quadro del 30 novembre 2016.
Attentamente considerata – e non pare che avvenga – andrebbe anche la complessità di un contratto, specialmente se si tratta come in questo caso di un CCNL, che affronta un’infinità di questioni, dovendone disciplinare una mole non indifferente, tra aspetti retributivi e normativi. Ai quali il contratto in essere, tanto per dare l’idea, dedica la bellezza di 150 articoli.
La valutazione dei risultati ottenuti, da cui consegue la decisione di sottoscrivere o meno un accordo, non può che essere fatta a conclusione del percorso negoziale, quando si può ragionevolmente valutare se e quanto delle richieste sindacali trova riscontro, se vi possano essere realisticamente margini di ulteriore miglioramento, o se si debba decidere di non firmare, assumendosi i rischi che tale eventualità comporta e dei quali è necessario essere comunque ben consapevoli.
Nove anni di mancato rinnovo dei contratti non hanno soltanto bloccato le retribuzioni (la cui difesa è venuta unicamente dalle intese sindacali, anch’esse peraltro molto contestate, che hanno permesso di mantenere gli scatti di anzianità); hanno spianato anche il campo a interventi per legge che hanno inciso non poco sulla gestione del rapporto di lavoro, cancellando parti importanti del contratto vigente. Il tentativo di ridimensionare le relazioni sindacali, a vantaggio di filosofie dirigiste o di governo per legge – e non per contratto – del lavoro pubblico è stata una costante degli anni trascorsi, in presenza di governi e maggioranze di segno diverso, e non sembra da escludere nemmeno in prospettiva, considerato il “vento” che spira in generale in Europa e nel mondo e di cui qualche spiffero potrebbe non mancare anche da noi, negli scenari possibili del dopo elezioni che ci attende. L’incertezza e il vuoto che un mancato rinnovo del contratto determinerebbe sono un rischio che gli appassionati sostenitori della non firma sottovalutano pericolosamente.
La “non firma”, in realtà, è la soluzione più facile che un sindacato può avere a disposizione. Non lo compromette, lo esime dall’assumersi la responsabilità di una scelta. Lo priva tuttavia di credibilità e di reale capacità di rappresentanza.
Perché un negoziato produca effetti positivi è indispensabile che chi lo svolge abbia piena legittimazione a discutere e a decidere, sapendo che dalla valutazione delle sue scelte dipenderà anche il suo livello di consenso. Una relazione trasparente e chiara, in un contesto di democrazia nel quale aderire a un sindacato o disdettarne l’iscrizione sono e restano scelte di libertà, senza alcuna necessità di svilirle in minacce di sapore ricattatorio.
Il ragionamento potrebbe valere per tante altre vicende sindacali – anche quelle di più immediata attualità e risonanza, come la vertenza diplomati magistrali – segnate quasi sempre dalla presenza di interessi e contro interessi la cui composizione risulta qualche volta di estrema difficoltà. Tentare di comporre equilibri è la fatica, ma anche la ragion d’essere, di un sindacato serio, ed è anche il presupposto perché la sua azione abbia efficacia in un’ottica di interesse generale. Limitarsi ad assecondare ogni sollecitazione, o peggio ancora puntare ad assecondarle tutte, non è fare sindacato, è fare demagogia. Noi cerchiamo, con tutti i nostri limiti e le nostre insufficienze, di essere e restare un sindacato serio.

Roma, 25 gennaio 2018

Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola

gissi_restituire_valore_contratto (scarica)

Rinnovare il contratto 23.01.2018 (leggi)

Rinno CCNL: all’Aran qualche passo in avanti 17.01.2018 (leggi)

Rinno CCNLA: Nota Sindacale Unitaria 16.01.2018 (leggi)

Gissi: non ci interessano le promesse elettorali, la vera prova sarà dopo il voto

Per carità! Non ho nessuna intenzione di assecondare il vizio delle promesse facili, già troppo diffuso tra le nostre forze politiche”. Così Maddalena Gissi, segretaria generale della Cisl Scuola e della Federazione Scuola Università e Ricerca della Cisl, intervenendo a margine di un convegno organizzato a Mestre dalla Cisl del Veneto, risponde a chi le chiede quale appello la sua organizzazione intenda lanciare ai partiti impegnati nella campagna per il voto del 4 marzo.
Rappresentiamo gente seria, che non ha certo bisogno di contare quante volte la parola scuola ricorra in un programma elettorale per decidere a chi dare il suo voto. Aggiungo: rappresentiamo gente che giustamente non ci chiede indicazioni di voto, perché sa benissimo giudicare e scegliere in piena autonomia. Non ci siamo mai sognati di dire ai nostri associati per chi devono votare, continueremo fare così, rispettandone rigorosamente il pluralismo delle opzioni, che per me è una ricchezza e un valore. Non vuol dire indifferenza o equidistanza da tutte le proposte in campo, chi si riconosce nella Cisl ne condivide valori che pongono precise domande di coerenza: non serve aggiungere altro. In ogni caso – prosegue la Gissi – pensiamo che non possa certo essere un solo tema, sia pure di importanza fondamentale come quello dell’istruzione e formazione, a determinare il giudizio e le scelte di chi vota. L’unico appello che facciamo, questo sì con grande convinzione, è che tutti vadano a votare, ritenendo che un cittadino responsabile debba considerare la partecipazione al voto come un diritto dovere. Ne va della qualità e della forza della nostra democrazia”.
Più che alla campagna elettorale, la segretaria generale Cisl Scuola si dice interessata al dopo elezioni. “È all’indomani del voto che ci interessa vedere quali saranno i comportamenti della politica. Sulle promesse di oggi non vale perdere tempo, ma al nuovo Parlamento e al nuovo Governo faremo sentire da subito la nostra presenza, come interlocutori esigenti e determinati. È in quel momento che li sfideremo alla coerenza sulle parole che avranno speso”.
Una proposta però la leader della Cisl Scuola la avanza: “Comunque vada e chiunque vinca le elezioni, chiederemo che si faccia quello che da troppo tempo non avviene: dedicare a temi di importanza strategica come istruzione, formazione e ricerca la considerazione che meritano, come bene comune dell’intero Paese su cui far convergere l’interesse e l’impegno di tutti. Basta con le troppe smanie di protagonismo, con la presunzione di un riformismo improvvisato e di facciata, con la logica del fare e disfare che va avanti da quasi trent’anni. È del 1990 la conferenza nazionale sulla scuola, in cui a tutti si chiese di dare il proprio contributo in direzione del comune obiettivo di rinnovare il sistema facendone crescere la qualità. Ministro dell’Istruzione era allora l’attuale Presidente della Repubblica. Si segua il suo esempio, si riproponga, attualizzandola, quell’esperienza. Non è possibile che il sistema di istruzione continui a essere terreno di tagli indiscriminati o di investimenti fatti male”.
Il futuro è anche quello di una stagione contrattuale che si fa fatica a chiudere, ma che in ogni caso è destinata a riaprirsi già nel prossimo autunno, quando si avvicinerà la scadenza del contratto nel frattempo eventualmente rinnovato. “Stiamo cercando di chiudere positivamente questo rinnovo – dice Maddalena Gissi – anche se non si tratta di un lavoro semplice, né scontato; si fa molta fatica a sostenere le ragioni del buon senso in un contesto sfavorevole, dove la demagogia pseudosindacale potrebbe tirare la volata alle convenienza di una politica antisindacale. Si ha l’impressione che troppi abbiano interesse a far naufragare la trattativa, anche il clima pre elettorale non favorisce certamente uno svolgimento sereno e proficuo del confronto. Se, come mi auguro, si giungerà alla firma del contratto 2016-2018, toccherà al futuro Governo, subito dopo, prepararsi al rinnovo per il triennio successivo. Un nuovo impegno per noi, per proseguire il percorso verso la giusta valorizzazione del lavoro che rappresentiamo, per la politica un momento di verifica che misurerà la coerenza rispetto alle promesse elettorali. Anche per i governi, come per il sindacato, gli esami non finiscono mai”.

gissi_elezioni_RSU2018 (scarica)

Incontro al MIUR del 16 gennaio sulla vertenza diplomati magistrali: comunicato unitario

Nel corso dell’incontro di oggi al MIUR sulla questione dei docenti diplomati l’amministrazione in apertura ha reso nota una prima serie di dati desunti da un monitoraggio tuttora in corso e che si concluderà nei prossimi giorni, quando gli uffici regionali avranno risposto a un’ulteriore serie di quesiti contenuti in una circolare in corso di invio.

Queste al momento le risultanze dell’indagine:

  • i docenti assunti a tempo indeterminato con clausola risolutiva sono 6.669 a livello nazionale
  • gli iscritti in GAE con riserva a seguito di una sentenza cautelare 43.534
  • gli iscritti in GAE a pieno titolo 26.252

Le supplenze che coinvolgono docenti inseriti in GAE con riserva sono:

  • 23.356 incarichi al 30/6 o 31/8
  • 20.110 supplenze brevi

Ultimato il monitoraggio, il MIUR ne trasmetterà gli esiti, per avere opportune indicazioni operative, all’Avvocatura dello Stato, che difficilmente potrà pronunciarsi prima della metà di marzo, periodo previsto in linea di massima per una nuova convocazione dei sindacati sulla questione. Fino ad allora, quindi, non è ipotizzata da parte del MIUR alcuna iniziativa volta a dare applicazione alla sentenza, i cui effetti peraltro non riguardano assolutamente coloro che sono interessati alle 7 sentenze passate in giudicato (5.000 persone, la cui posizione di inserimento nelle GAE deve pertanto ritenersi definitiva) né tanto meno chi è stato assunto in passato, per concorso o dalle graduatorie per soli titoli, essendo in possesso del solo diploma magistrale.

Dovrebbe essere superfluo, ma è il caso di precisare che quel diploma conserva in via permanente il suo valore legale come titolo abilitante (requisito confermato anche dalla recente sentenza del CdS) il cui possesso dà diritto di partecipare ai concorsi per l’accesso all’insegnamento nella scuola primaria e dell’infanzia.

Occorre fare il possibile per trovare una soluzione politica, lo abbiamo ribadito oggi al MIUR segnalando l’urgenza di interventi che consentano di ricomporre con giustizia ed equilibrio gli interessi e i diritti in gioco in questa vicenda, sulla quale va fatta una vera e propria operazione verità“. Così Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola, che prosegue: “Tante volte le informazioni diffuse sui media sono state date in modo approssimativo, lacunoso, inesatto. Peggio ancora, c’è chi strumentalizza vicende così drammatiche e pesanti prendendole per fare campagna acquisti di candidature per le imminenti elezioni RSU. E questo sarebbe il nuovo modo di fare sindacato? Riceviamo ogni giorno appelli e comunicati di chi, su fronti opposti, rivendica il diritto a mantenere il posto su cui è stato assunto con riserva, o quello di riaverlo perché a suo tempo indebitamente negato. Chi ha interesse a lasciar andare avanti una così triste guerra tra poveri? Noi certamente no. Per noi l’assistenza legale è un servizio agli associati, non uno strumento di propaganda o di proselitismo. Siamo e facciamo sindacato, l’obiettivo è una soluzione politica che rispetti i diritti di tutti e non lasci a casa nessuno”.

La FLC CGIL ha sollevato fra l’altro il problema della tempistica. “L’alto numero delle persone coinvolteafferma il segretario generale Francesco Sinopolipone con forza l’esigenza di individuare una soluzione in tempi brevi e, nonostante la fase di transizione che si vive a livello politico è necessario cominciare da subito a lavorare a una soluzione che dia risposta ai tanti lavoratori interessati, in modo da non escludere nessuno. Il parere dell’Avvocatura – prosegue Sinopoli – dovrà servire a dare rassicurazioni sulle situazioni pendenti, al fine di garantire la conclusione dell’anno scolastico ed evitare che i tanti docenti destinatari di una sentenza cautelare possano esser preda di operazioni speculative e strumentali. I numeri che oggi l’amministrazione ci ha consegnato sono la base da cui partire per definire un piano programmatico di assunzioni nella scuola primaria e dell’infanzia, che risponda alle esigenze diversificate dei docenti e dei territori, evitando le contraddizioni che ha generato la Legge 107”.

I dati ricevuti dal Miurdichiara Pino Turi segretario generale Uil Scuolanon risolvono di per sé il problema, ma aiutano a definirne i contorni. Bisogna mandare messaggi di chiarezza alle persone attraverso un’informativa trasparente e oggettiva; chi ha responsabilità di gestione della scuola pubblica ha il dovere di prendere in mano la situazione e governarla. Solo un intervento legislativo può dare le risposte alle diverse situazioni determinate dalla sentenza. La fase è molto delicata, occorrono parole e idee chiare da parte dell’amministrazione. Soprattutto, indipendentemente dal colore del Governo, bisogna iniziare a lavorare a soluzioni politiche che siano risolutive del problema. E’ acclarato – conclude Turi – che la via giudiziaria è ormai preclusa e comunque non può dare risultati di natura collettiva: occorre un provvedimento specifico che solo la politica può ed ha l’onere di fare con soluzioni che debbano tenere conto delle diverse posizioni giuridiche e geografiche senza lasciare i lavoratori in balia degli eventi”.

È apprezzabile l’impegno dell’amministrazione per aver fornito, su richiesta delle OO.SS., gli esiti di un monitoraggio complessivo sulla situazione numerica riguardante tutte le regioni coinvolte in tale problematicaafferma Elvira Serafini segretaria generale dello Snals ConfsalMa non può essere l’Avvocatura dello Stato, con il proprio parere, a risolvere una situazione così complessa e con risvolti conflittuali all’interno della stessa categoria. Non possiamo assolutamente trascurare nessuna parte interessata che riguardi il personale della scuola dell’infanzia e della scuola primaria: occorre, pertanto, una soluzione politica condivisa con le parti sociali”.

Rino Di Meglio, Coordinatore Nazionale della GILDA-UNAMS, esprime preoccupazione perla latitanza della politica rispetto ad una situazione che rischia di danneggiare la conclusione dell’anno scolastico, coinvolgendo migliaia di docenti. E fra non molti mesiaggiungescatterà anche quanto previsto dalla legge 107/15, cioè coloro che avranno lavorato per un periodo di 36 mesi, anche non continuativi, rischieranno il licenziamento definitivo, in assenza di un rimedio legislativo. Da parte nostra esprimiamo serie perplessità nei confronti di chi tenta di perseguire vie giudiziarie lunghe ed improbabili. Chiediamo al Governo di predisporre con urgenza una soluzione politico-legislativa (anche se dovesse cambiare l’Esecutivo, almeno si abbrevieranno i tempi) che affronti la situazione, salvaguardando i diritti di tutti, compresi quelli non trascurabili degli alunni, tenendo anche presente che le graduatorie della Scuola Primaria sono esaurite in molte province. Una situazione grave che non deve essere sottovalutata”.

Nel corso dell’incontro i sindacati

  • hanno posto all’attenzione del MIUR la necessità di individuare soluzioni atte a rimuovere analoghe ragioni di contenzioso che potrebbero riproporsi anche sul versante degli insegnanti tecnico pratici;
  • hanno infine ribadito come la situazione che si sta determinando per i possibili effetti della sentenza del Consiglio di Stato, unita al compiersi del terzo anno di vigenza della legge 107, renda ancor più evidente la pericolosità delle disposizioni contenute nel comma 131 della legge stessa, che prevede la non reiterazione dei contratti a termine per oltre un triennio. Disposizioni al limite del paradosso, con le quali un giusto obiettivo – contrastare l’abuso di lavoro precario – viene perseguito ponendo a carico dei lavoratori, e non del datore di lavoro, le sanzioni che da tale abuso derivano. Un’assurdità, ma prima ancora una palese ingiustizia che va assolutamente impedita, rimuovendone alla radice la causa prima che i suoi effetti abbiano a verificarsi.

Roma, 16 gennaio 2018

FLC CGIL – CISL SCUOLA – UIL SCUOLA RUA – SNALS CONFSAL – GILDA UNAMS

COMUNICATO_INCONTRO_MIUR_16-1-2018 (scarica)