Si allega la circolare e i documenti per la richiesta di part-time (e/o il reintegro a tempo pieno) per tutte le categoria della scuola per l’anno scolastico 2019-2020
Categoria: IRC
RICORSI: pre-ruolo, progressione carriera, retribuzione professionale docenti e scuola paritaria. DETTAGLI
La Cisl Scuola di Viterbo, avvalendosi dello studio legale Domenico Cancilla Midossi, mette a disposizione una serie di ricorsi, che è possibile scaricare ai link sottostanti.
CISL Scuola Viterbo
Decreto Legge n. 4 del 28 gennaio 2019: “quota 100” – dettagli
Si riporta la Circolare INPS relativa al Decreto legge n. 4 del 28 gennaio 2019 in riferimento alla presentazione delle domande di pensione anticipata.
Incontro Docenti IRC, Viterbo – 8 marzo ore 16,30
La Cisl Scuola Viterbo organizza un incontro del personale docente IRC in servizio presso tutte le istituzioni scolastiche delle diocesi della provincia di Viterbo per esaminare il seguente O.d.G.:
- Rinnovo del contratto dei docenti di Religione
- Nuovo concorso per il nuovo IRC
- Iniziative e servizi della CISL Scuola al rinnovo delle RSU
L’incontro si terrà presso l’ITE “Paolo Savi” di Viterbo il giorno 8 Marzo 2018 alle ore 16:30. Sarà presente il Prof. Michele Manzo, già coordinatore nazionale IRC della Cisl Scuola.
CISL_Scuola_incontro docenti di religione 8 marzo 2018 (scarica)
Concorso Insegnanti di Religione: facciamo chiarezza
A fronte di una campagna di disinformazione avviata sui social da parte di associazioni non rappresentative e di gruppi di insegnanti di religione poco informati sull’attività svolta in questi mesi dalle organizzazioni sindacali rappresentative (CISL Scuola, SNALS e FGU/Snadir) al tavolo di confronto con il MIUR sulla procedura di assunzione dei docenti di religione, intendiamo precisare quanto segue.
Tutte e tre le organizzazioni sindacali hanno presentato al Miur, già l’estate scorsa, la richiesta di stabilizzazione degli insegnanti di religione prevedendo per i docenti incaricati l’immissione in ruolo attraverso una procedura semplificata e riservata, trovando tuttavia l’Amministrazione indisponibile.
L’Ufficio Gabinetto della Ministra Fedeli, in un incontro del 28 settembre 2017, ha precisato i termini entro i quali il MIUR intende avviare l’iter di immissione in ruolo, considerando che ciò possa avvenire solo attraverso un nuovo concorso ordinario. Il MIUR, infatti, non ritiene possibile lo scorrimento della graduatoria del 2004 (cosa che richiederebbe un intervento legislativo, stante la sua validità limitata per legge a un triennio), né l’applicazione di una riserva di posti, nel prossimo concorso, per coloro che hanno conseguito l’idoneità concorsuale partecipando al predetto concorso del 2004. È invece disponibile a valorizzare debitamente in sede concorsuale sia l’idoneità conseguita 2004 che il servizio prestato come incaricato di religione.
Esclusa dal MIUR anche l’ipotesi di un concorso riservato – analogo a quello predisposto per i docenti di scuola secondaria ai sensi del decreto legislativo 59/2017 – così come quella di un corso-concorso. A tale proposito, il MIUR ha richiamato il fatto che la legge 186/2003 stabilisce espressamente che soltanto il primo concorso bandito dopo la sua approvazione possa essere “riservato”, mentre per quelli successivi occorre seguire una procedura ordinaria.
Considerata la posizione assunta dal Miur, alle organizzazioni sindacali si presentavano due possibili scelte:
- abbandonare il tavolo di confronto e lasciare irrisolta la problematica;
- continuare il confronto (in una fase che poco dopo avrebbe reso impraticabile, a Camere sciolte, la via di soluzioni legislative), puntando a ottenere una procedura di assunzione che tenesse quanto più possibile conto delle legittime aspettative dei docenti di religione.
La prima scelta avrebbe lasciato “campo libero” al Miur, con conseguenze prevedibilmente non favorevoli al personale interessato; tutte le organizzazioni (CISL Scuola, SNALS e FGU/Snadir) hanno pertanto deciso, insieme e unitariamente, di proseguire il confronto per cercare in tal modo di trovare la soluzione per un’attesa stabilizzazione del personale.
La procedura assunzionale che il Ministero afferma di essere pronto a varare dovrà riconoscere e valorizzare adeguatamente le competenze già maturate e consentire l’acquisizione di una idoneità concorsuale che possa comunque dissipare ogni timore di questi docenti in ordine al loro futuro lavorativo, in particolare tenendo conto anche delle contraddittorie disposizioni della legge n. 107/2015 (come nel caso del comma 131).
Nelle ultime ore siamo venuti a conoscenza di posizioni assunte, da parte di esponenti dello SNALS, che appaiono in forte contrasto con quanto invece dichiarato e sostenuto dallo stesso SNALS al tavolo di confronto con il Miur. Per questa ragione abbiamo ritenuto doveroso ricostruire fedelmente le tappe sin qui percorse unitariamente, stigmatizzando il carattere strumentale di un così inatteso cambio di atteggiamento da parte di un’organizzazione che appare così più attenta alle proprie esigenze elettorali che agli interessi del personale rappresentato.
Per CISL Scuola e FGU/Snadir l’interesse primario resta invece quello di mettere a disposizione degli insegnanti di religione gli strumenti utili per conseguire i risultati professionali a cui tutti, legittimamente, aspirano. In questa fase, si rende necessario attendere la formazione del nuovo Governo per avviare subito dopo il confronto, tenendo conto del quadro normativo che si andrà a predisporre per i precari di altre discipline. Nel frattempo CISL Scuola e FGU/Snadir continueranno a lavorare in coerenza e in piena collaborazione per tutelare con la massima efficacia i diritti e le legittime aspettative dei docenti di religione.
Roma, 14 febbraio 2018
Ivana Barbacci, CISL Scuola (Segretaria Nazionale con delega per gli IdR)
Orazio Ruscica, GILDA Unams/Snadir (Consigliere Nazionale con delega per gli IdR)
Somministrazione farmaci agli alunni, firmato il protocollo: ecco tutto ciò che occorre sapere
E’ stato siglato in data 31 gennaio 2018 tra il M.I.U.R. – Ufficio Scolastico Regionale per il LAZIO e la REGIONE LAZIO il protocollo d’intesa dal titolo “Percorso integrato per la somministrazione dei farmaci in ambito e in orario scolastico“, approvato con la deliberazione di Giunta regionale 17/10/2017 n. 649.
Nel protocollo sono definiti “criteri, procedure, competenze, azioni, interventi e responsabilità connessi alle necessità di somministrazione dei farmaci agli alunni con patologie croniche o assimilabili che frequentano le scuole di ogni ordine e grado della Regione Lazio, comprese le agenzie formative accreditate, a tutela della salute e della sicurezza in orario scolastico o formativo e della regolare frequenza”.
Gissi: restituire al dibattito sul contratto più qualità, più senso e più valore
Forse non si conosce abbastanza cosa sia e come si svolga una trattativa sindacale, quali ne siano i margini e i tempi, legati strettamente e inevitabilmente alla complessità delle questioni che vi si affrontano. Solo così si può spiegare il modo in cui viene condotta, nei confronti dei sindacati impegnati a rinnovare un contratto di lavoro dopo quasi nove anni dalla sua scadenza, una polemica che assume talvolta i toni della rissa, non di rado condita da insulti ancor più insopportabili se provenienti da chi svolge il lavoro di istruire ed educare.
Si ha l’impressione che per molti un contratto si riduca a un semplice “prendere o lasciare”. Che non si abbia consapevolezza di come un contratto, per sua natura, rappresenti la mediazione possibile tra le posizioni di tutti i soggetti che partecipano al negoziato, secondo uno schema che non è peraltro riconducibile al classico confronto fra “parte e controparte”; la dinamica è sempre, in realtà, molto più articolata, dovuta anche all’esistenza – e meno male – di una pluralità di soggetti che, in un assetto democratico delle relazioni sindacali, rappresentano la parte del lavoro dipendente.
Esiti e tempi del negoziato scontano inevitabilmente questa complessità, fermo restando che a monte di ogni trattativa ci sono le condizioni di contesto entro cui si svolge: economiche e, in particolare per i settori del lavoro pubblico, politiche e normative. Sembra rendersi poco conto di tutto questo chi segue la trattativa col “cerino spianato” (bruceremo le tessere! – perché strapparle sembra atteggiamento troppo morbido), pronto a trasformare qualunque indiscrezione o anticipazione sulle posizioni della parte cosiddetta “datoriale” (cioè il Governo e chi lo rappresenta al tavolo negoziale) come il punto di arrivo della trattativa anziché il punto di partenza, e di questo in realtà si tratta, su cui si svilupperanno discussione e confronto.
Le famigerate “bozze” dell’ARAN sono infatti da settimane l’oggetto di un lavoro accurato di esame e di messa a punto di emendamenti da parte sindacale, né mancano continui cambiamenti dei testi in circolazione, per effetto del negoziato in corso, fatto anche molto spesso di riunioni lasciate in sospeso proprio per la difficoltà di trovare mediazioni soddisfacenti e di contatti informali a diversi livelli, come sempre avvenuto in circostanze di questa natura. Da qui i tempi lunghi di una trattativa che si fa fatica a chiudere, pur essendo trascorso più di un anno dall’accordo quadro del 30 novembre 2016.
Attentamente considerata – e non pare che avvenga – andrebbe anche la complessità di un contratto, specialmente se si tratta come in questo caso di un CCNL, che affronta un’infinità di questioni, dovendone disciplinare una mole non indifferente, tra aspetti retributivi e normativi. Ai quali il contratto in essere, tanto per dare l’idea, dedica la bellezza di 150 articoli.
La valutazione dei risultati ottenuti, da cui consegue la decisione di sottoscrivere o meno un accordo, non può che essere fatta a conclusione del percorso negoziale, quando si può ragionevolmente valutare se e quanto delle richieste sindacali trova riscontro, se vi possano essere realisticamente margini di ulteriore miglioramento, o se si debba decidere di non firmare, assumendosi i rischi che tale eventualità comporta e dei quali è necessario essere comunque ben consapevoli.
Nove anni di mancato rinnovo dei contratti non hanno soltanto bloccato le retribuzioni (la cui difesa è venuta unicamente dalle intese sindacali, anch’esse peraltro molto contestate, che hanno permesso di mantenere gli scatti di anzianità); hanno spianato anche il campo a interventi per legge che hanno inciso non poco sulla gestione del rapporto di lavoro, cancellando parti importanti del contratto vigente. Il tentativo di ridimensionare le relazioni sindacali, a vantaggio di filosofie dirigiste o di governo per legge – e non per contratto – del lavoro pubblico è stata una costante degli anni trascorsi, in presenza di governi e maggioranze di segno diverso, e non sembra da escludere nemmeno in prospettiva, considerato il “vento” che spira in generale in Europa e nel mondo e di cui qualche spiffero potrebbe non mancare anche da noi, negli scenari possibili del dopo elezioni che ci attende. L’incertezza e il vuoto che un mancato rinnovo del contratto determinerebbe sono un rischio che gli appassionati sostenitori della non firma sottovalutano pericolosamente.
La “non firma”, in realtà, è la soluzione più facile che un sindacato può avere a disposizione. Non lo compromette, lo esime dall’assumersi la responsabilità di una scelta. Lo priva tuttavia di credibilità e di reale capacità di rappresentanza.
Perché un negoziato produca effetti positivi è indispensabile che chi lo svolge abbia piena legittimazione a discutere e a decidere, sapendo che dalla valutazione delle sue scelte dipenderà anche il suo livello di consenso. Una relazione trasparente e chiara, in un contesto di democrazia nel quale aderire a un sindacato o disdettarne l’iscrizione sono e restano scelte di libertà, senza alcuna necessità di svilirle in minacce di sapore ricattatorio.
Il ragionamento potrebbe valere per tante altre vicende sindacali – anche quelle di più immediata attualità e risonanza, come la vertenza diplomati magistrali – segnate quasi sempre dalla presenza di interessi e contro interessi la cui composizione risulta qualche volta di estrema difficoltà. Tentare di comporre equilibri è la fatica, ma anche la ragion d’essere, di un sindacato serio, ed è anche il presupposto perché la sua azione abbia efficacia in un’ottica di interesse generale. Limitarsi ad assecondare ogni sollecitazione, o peggio ancora puntare ad assecondarle tutte, non è fare sindacato, è fare demagogia. Noi cerchiamo, con tutti i nostri limiti e le nostre insufficienze, di essere e restare un sindacato serio.
Roma, 25 gennaio 2018
Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola
gissi_restituire_valore_contratto (scarica)
Rinnovare il contratto 23.01.2018 (leggi)
Rinno CCNL: all’Aran qualche passo in avanti 17.01.2018 (leggi)
Gissi: non ci interessano le promesse elettorali, la vera prova sarà dopo il voto
“Per carità! Non ho nessuna intenzione di assecondare il vizio delle promesse facili, già troppo diffuso tra le nostre forze politiche”. Così Maddalena Gissi, segretaria generale della Cisl Scuola e della Federazione Scuola Università e Ricerca della Cisl, intervenendo a margine di un convegno organizzato a Mestre dalla Cisl del Veneto, risponde a chi le chiede quale appello la sua organizzazione intenda lanciare ai partiti impegnati nella campagna per il voto del 4 marzo.
“Rappresentiamo gente seria, che non ha certo bisogno di contare quante volte la parola scuola ricorra in un programma elettorale per decidere a chi dare il suo voto. Aggiungo: rappresentiamo gente che giustamente non ci chiede indicazioni di voto, perché sa benissimo giudicare e scegliere in piena autonomia. Non ci siamo mai sognati di dire ai nostri associati per chi devono votare, continueremo fare così, rispettandone rigorosamente il pluralismo delle opzioni, che per me è una ricchezza e un valore. Non vuol dire indifferenza o equidistanza da tutte le proposte in campo, chi si riconosce nella Cisl ne condivide valori che pongono precise domande di coerenza: non serve aggiungere altro. In ogni caso – prosegue la Gissi – pensiamo che non possa certo essere un solo tema, sia pure di importanza fondamentale come quello dell’istruzione e formazione, a determinare il giudizio e le scelte di chi vota. L’unico appello che facciamo, questo sì con grande convinzione, è che tutti vadano a votare, ritenendo che un cittadino responsabile debba considerare la partecipazione al voto come un diritto dovere. Ne va della qualità e della forza della nostra democrazia”.
Più che alla campagna elettorale, la segretaria generale Cisl Scuola si dice interessata al dopo elezioni. “È all’indomani del voto che ci interessa vedere quali saranno i comportamenti della politica. Sulle promesse di oggi non vale perdere tempo, ma al nuovo Parlamento e al nuovo Governo faremo sentire da subito la nostra presenza, come interlocutori esigenti e determinati. È in quel momento che li sfideremo alla coerenza sulle parole che avranno speso”.
Una proposta però la leader della Cisl Scuola la avanza: “Comunque vada e chiunque vinca le elezioni, chiederemo che si faccia quello che da troppo tempo non avviene: dedicare a temi di importanza strategica come istruzione, formazione e ricerca la considerazione che meritano, come bene comune dell’intero Paese su cui far convergere l’interesse e l’impegno di tutti. Basta con le troppe smanie di protagonismo, con la presunzione di un riformismo improvvisato e di facciata, con la logica del fare e disfare che va avanti da quasi trent’anni. È del 1990 la conferenza nazionale sulla scuola, in cui a tutti si chiese di dare il proprio contributo in direzione del comune obiettivo di rinnovare il sistema facendone crescere la qualità. Ministro dell’Istruzione era allora l’attuale Presidente della Repubblica. Si segua il suo esempio, si riproponga, attualizzandola, quell’esperienza. Non è possibile che il sistema di istruzione continui a essere terreno di tagli indiscriminati o di investimenti fatti male”.
Il futuro è anche quello di una stagione contrattuale che si fa fatica a chiudere, ma che in ogni caso è destinata a riaprirsi già nel prossimo autunno, quando si avvicinerà la scadenza del contratto nel frattempo eventualmente rinnovato. “Stiamo cercando di chiudere positivamente questo rinnovo – dice Maddalena Gissi – anche se non si tratta di un lavoro semplice, né scontato; si fa molta fatica a sostenere le ragioni del buon senso in un contesto sfavorevole, dove la demagogia pseudosindacale potrebbe tirare la volata alle convenienza di una politica antisindacale. Si ha l’impressione che troppi abbiano interesse a far naufragare la trattativa, anche il clima pre elettorale non favorisce certamente uno svolgimento sereno e proficuo del confronto. Se, come mi auguro, si giungerà alla firma del contratto 2016-2018, toccherà al futuro Governo, subito dopo, prepararsi al rinnovo per il triennio successivo. Un nuovo impegno per noi, per proseguire il percorso verso la giusta valorizzazione del lavoro che rappresentiamo, per la politica un momento di verifica che misurerà la coerenza rispetto alle promesse elettorali. Anche per i governi, come per il sindacato, gli esami non finiscono mai”.
Rinnovo RSU, si vota il 17-18-19 aprile. Il protocollo firmato oggi da ARAN e Sindacati
È stato firmato oggi il protocollo tra ARAN e Sindacati che fissa tempi e modalità per l’elezione delle RSU in tutti i comparti dl pubblico impiego. Le votazioni avranno luogo nei giorni 17, 18 e 19 aprile 2018.
Entro il 9 marzo dovranno essere presentate le liste dei candidati.
Lo scrutinio avverrà per tutti i seggi nella giornata del 20 aprilee vi sarà tempo fino al 27 per la pubblicazione dei risultati.
Mobilità, prorogata di un anno la validità del contratto in vigore per il 2017/18
FLC Cgil CISL Scuola UIL Scuola Rua e il Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca, in attesa di regolare pienamente la materia nell’ambito del prossimo rinnovo contrattuale 2016-2018, hanno convenuto di prorogare integralmente, e limitatamente all’anno scolastico 2018-19, la validità del vigente Contratto sulla mobilità del personale della scuola.
Le ragioni di tale scelta risiedono innanzitutto nella necessità di assicurare un sereno e ordinato inizio del prossimo anno scolastico. In questa fase, infatti, fino a quando non verrà definito il nuovo Contratto nazionale, il cui negoziato è appena iniziato, non sarà possibile né regolare un nuovo Contratto di mobilità con validità triennale (come prevede l’atto di indirizzo del Governo all’ARAN), né apportare significative modifiche migliorative rispetto alle deroghe di legge acquisite lo scorso anno. Modifiche che hanno già eliminato diversi punti negativi della Legge 107/2015 ripristinando la facoltà di trasferimento del personale sulle singole scuole e neutralizzando in grandissima parte la cosiddetta chiamata diretta.
La proroga potrà assicurare una maggiore fluidità nelle procedure di mobilità grazie anche all’accorciamento dei tempi a disposizione degli organi di controllo, trattandosi di un contratto già da essi approvato, e grazie all’utilizzazione della modulistica e dalle configurazioni di sistema già utilizzate per trasferimenti, assegnazioni provvisorie e utilizzazioni riferiti al corrente anno scolastico. Ciò avrà peraltro riflessi positivi sul lavoro delle istituzioni scolastiche che potranno operare con tempi più distesi sia sulla formulazione delle proposte di organico sia sul trattamento delle domande di mobilità. Cosi come sarà positivo ai fini del rientro nelle sedi di residenza dei docenti il finanziamento di 150 milioni di euro previsto nella legge di bilancio 2018 al fine di aumentare i posti in organico di diritto utili alle operazioni di mobilità.
Infine è stata acquisita la disponibilità del Miur a individuare le necessarie soluzioni al fine di superare le criticità emerse lo scorso anno in fase di applicazione del Ccni.
Rimane ferma la volontà di FLC Cgil CISL Scuola UIL Scuola RUA di ricondurre in maniera definitiva l’argomento della mobilità nell’ambito contrattuale, con l’obiettivo di cancellare ogni aspetto deleterio della legge 107/2015 che in tale materia ha operato forzature, tutte da superare, sui diritti dei lavoratori, sulla libertà di insegnamento e sull’imparzialità dell’amministrazione.
Roma, 22 dicembre 2017