Concorso Insegnanti di Religione: facciamo chiarezza

A fronte di una campagna di disinformazione avviata sui social da parte di associazioni non rappresentative e di gruppi di insegnanti di religione poco informati sull’attività svolta in questi mesi dalle organizzazioni sindacali rappresentative (CISL Scuola, SNALS e FGU/Snadir) al tavolo di confronto con il MIUR sulla procedura di assunzione dei docenti di religione, intendiamo precisare quanto segue.

Tutte e tre le organizzazioni sindacali hanno presentato al Miur, già l’estate scorsa, la richiesta di stabilizzazione degli insegnanti di religione prevedendo per i docenti incaricati l’immissione in ruolo attraverso una procedura semplificata e riservata, trovando tuttavia l’Amministrazione indisponibile.

L’Ufficio Gabinetto della Ministra Fedeli, in un incontro del 28 settembre 2017, ha precisato i termini entro i quali il MIUR intende avviare l’iter di immissione in ruolo, considerando che ciò possa avvenire solo attraverso un nuovo concorso ordinario. Il MIUR, infatti, non ritiene possibile lo scorrimento della graduatoria del 2004 (cosa che richiederebbe un intervento legislativo, stante la sua validità limitata per legge a un triennio), né l’applicazione di una riserva di posti, nel prossimo concorso, per coloro che hanno conseguito l’idoneità concorsuale partecipando al predetto concorso del 2004. È invece disponibile a valorizzare debitamente in sede concorsuale sia l’idoneità conseguita 2004 che il servizio prestato come incaricato di religione.

Esclusa dal MIUR anche l’ipotesi di un concorso riservato – analogo a quello predisposto per i docenti di scuola secondaria ai sensi del decreto legislativo 59/2017 – così come quella di un corso-concorso. A tale proposito, il MIUR ha richiamato il fatto che la legge 186/2003 stabilisce espressamente che soltanto il primo concorso bandito dopo la sua approvazione possa essere “riservato”, mentre per quelli successivi occorre seguire una procedura ordinaria.

Considerata la posizione assunta dal Miur, alle organizzazioni sindacali si presentavano due possibili scelte:

  • abbandonare il tavolo di confronto e lasciare irrisolta la problematica;
  • continuare il confronto (in una fase che poco dopo avrebbe reso impraticabile, a Camere sciolte, la via di soluzioni legislative), puntando a ottenere una procedura di assunzione che tenesse quanto più possibile conto delle legittime aspettative dei docenti di religione.

La prima scelta avrebbe lasciato “campo libero” al Miur, con conseguenze prevedibilmente non favorevoli al personale interessato; tutte le organizzazioni (CISL Scuola, SNALS e FGU/Snadir) hanno pertanto deciso, insieme e unitariamente, di proseguire il confronto per cercare in tal modo di trovare la soluzione per un’attesa stabilizzazione del personale.

La procedura assunzionale che il Ministero afferma di essere pronto a varare dovrà riconoscere e valorizzare adeguatamente le competenze già maturate e consentire l’acquisizione di una idoneità concorsuale che possa comunque dissipare ogni timore di questi docenti in ordine al loro futuro lavorativo, in particolare tenendo conto anche delle contraddittorie disposizioni della legge n. 107/2015 (come nel caso del comma 131).

Nelle ultime ore siamo venuti a conoscenza di posizioni assunte, da parte di esponenti dello SNALS, che appaiono in forte contrasto con quanto invece dichiarato e sostenuto dallo stesso SNALS al tavolo di confronto con il Miur. Per questa ragione abbiamo ritenuto doveroso ricostruire fedelmente le tappe sin qui percorse unitariamente, stigmatizzando il carattere strumentale di un così inatteso cambio di atteggiamento da parte di un’organizzazione che appare così più attenta alle proprie esigenze elettorali che agli interessi del personale rappresentato.

Per CISL Scuola e FGU/Snadir l’interesse primario resta invece quello di mettere a disposizione degli insegnanti di religione gli strumenti utili per conseguire i risultati professionali a cui tutti, legittimamente, aspirano. In questa fase, si rende necessario attendere la formazione del nuovo Governo per avviare subito dopo il confronto, tenendo conto del quadro normativo che si andrà a predisporre per i precari di altre discipline. Nel frattempo CISL Scuola e FGU/Snadir continueranno a lavorare in coerenza e in piena collaborazione per tutelare con la massima efficacia i diritti e le legittime aspettative dei docenti di religione.

Roma, 14 febbraio 2018

Ivana Barbacci, CISL Scuola (Segretaria Nazionale con delega per gli IdR)
Orazio Ruscica, GILDA Unams/Snadir (Consigliere Nazionale con delega per gli IdR)

Comunicato_CislScuola_FGU-Snadir (scarica)

19 Febbraio: incontro illustrativo del concorso riservato agli abilitati

 

Il 19 febbraio alle ore 16:00 presso l’ITE P. Savi di Viterbo la Cisl Scuola territoriale organizza un incontro per illustrare i dettagli del bando di Concorso di prossima emanazione, riservato agli abilitati.

L’incontro è rivolto a:

  • tutti i docenti precari in possesso di abilitazione nella scuola secondaria di 1^ e 2^ grado;
  • tutti i docenti che sono avviati nella frequenza di un corso di specializzazione del sostegno entro maggio 2017 e che lo conseguiranno entro il 30 giugno 2018;
  • gli ATP che, alla data del 31 maggio 2017, siano inseriti in GAE o in graduatoria di istituto 2^ fascia;
  • tutti i docenti con contratto a tempo indeterminato di ogni ordine e grado che abbiano una abilitazione per la scuola secondaria di 1^ e 2^ grado.

Per maggiori informazioni, è possibile scaricare la locandina informativa al seguente link:

Cisl_Scuola_Locandina incontro informativo concorso (scarica)

Incontro diplomati magistrale e ITP: DATA RETTIFICATA

Si comunica che il giorno 16 febbraio 2018 alle ore 16,30 presso l’Aula Magna dell’ITE Paolo Savi di Viterbo si terrà l’incontro per i diplomati magistrale e ITP: prospettive e conseguenze dopo la sentenza del Consiglio di Stato. Si pone l’attenzione sulla data modificata.

Di seguito potrete scaricare la locandina dell’appuntamento.

CISL Diplomati Magistrali 16_2_18 (scarica la locandina)

Firmato il nuovo contratto del comparto dell’istruzione e della ricerca. Comunicato unitario

Firmato all’ARAN oggi, 9 febbraio, il primo contratto nazionale di lavoro del nuovo comparto Istruzione e Ricerca. Un milione e duecentomila tra docenti, personale ata, ricercatori, tecnologi, tecnici, amministrativi hanno finalmente riconquistato uno strumento forte di tutela delle proprie condizioni di lavoro, dopo anni di blocco delle retribuzioni e di riduzione degli spazi di partecipazione e di contrattazione.
Gli aumenti salariali sono in linea con quanto stabilito dalle confederazioni con l’accordo del 30 novembre 2016 e vanno, per la scuola, da un minimo di 80,40 a un massimo di 110,70 euro; pienamente salvaguardato per le fasce retributive più basse il bonus fiscale di 80 euro.
Nessun aumento di carichi e orari di lavoro, nessun arretramento per quanto riguarda le tutele e i diritti nella parte normativa, nella quale al contrario si introducono nuove opportunità di accedere a permessi retribuiti per motivi personali e familiari o previsti da particolari disposizioni di legge.
Il contratto segna una svolta significativa sul terreno delle relazioni sindacali, riportando alla contrattazione materie importanti come la formazione e le risorse destinate alla valorizzazione professionale. Rafforzati tutti i livelli di contrattazione, a partire dai luoghi di lavoro, valorizzando in tal modo il ruolo delle RSU nell’imminenza del loro rinnovo.
Tra le altre novità di rilievo il diritto alla disconnessione, a tutela della dignità del lavoro, messo al riparo dall’invasività delle comunicazioni affidate alle nuove tecnologie.
Per quanto riguarda il personale docente della scuola, si è ottenuto di rinviare a una specifica sequenza contrattuale la definizione del codice disciplinare con l’obiettivo di una piena garanzia di tutela della libertà di insegnamento. Riportando alla contrattazione le risorse finalizzate alla valorizzazione professionale, ripristinando la titolarità di scuola, assumendo in modo esplicito un’identità di scuola come comunità educante si rafforza un modello che ne valorizza fortemente la dimensione partecipativa e la collegialità.
Questo contratto, la cui vigenza triennale 2016-18 si concluderà con l’anno in corso, assume forte valenza anche nella prospettiva del successivo rinnovo di cui vengono poste le basi e dell’impegno che comunque andrà ripreso anche nei confronti del nuovo Parlamento e del nuovo Governo, per rivendicare una politica di forte investimento nei settori dell’istruzione e della ricerca. Si chiude cosi una lunga fase connotata da interventi unilaterali, aprendone una nuova di riconosciuto valore al dialogo sociale.

Roma, 9 febbraio 2018
Francesco Sinopoli Flc Cgil
Franco Martini Cgil
Maddalena Gissi Cisl FSUR
Ignazio Ganga Cisl
Giuseppe Turi Uil Scuola RUA
Antonio Foccillo Uil

Somministrazione farmaci agli alunni, firmato il protocollo: ecco tutto ciò che occorre sapere

E’ stato siglato in data 31 gennaio 2018  tra il M.I.U.R. – Ufficio Scolastico Regionale per il LAZIO e la REGIONE LAZIO  il protocollo d’intesa dal titolo “Percorso integrato per la somministrazione dei farmaci in ambito e in orario scolastico“, approvato con la deliberazione di Giunta regionale 17/10/2017 n. 649.

Nel protocollo sono definiti “criteri, procedure, competenze, azioni, interventi e responsabilità connessi alle necessità di somministrazione dei farmaci agli alunni con patologie croniche o assimilabili che frequentano le scuole di ogni ordine e grado della Regione Lazio, comprese le agenzie formative accreditate, a tutela della salute e della sicurezza in orario scolastico o formativo e della regolare frequenza”.

Contratto Scuola: Cisl, fiduciosi su esito incontro oggi

La Cisl èfiduciosache nell’incontro del pomeriggio all’Aran si possa individuareun percorso utile a chiudere il contratto istruzione che dovrà poter consentire di recuperare la situazione di stallo durata nove anni”. Lo dichiara il segretario confederale della Cisl, Ignazio Ganga.

È importante, pertanto” – continua Ganga – “che Aran e Governo aiutino queste ultime fasi di confronto superando alcune resistenze di parte pubblica per arrivare celermente alla conclusione delle trattative iniziate lo scorso due gennaio e che necessitano la ricerca del compimento dell’iter contrattuale. Dare un nuovo contratto al comparto Istruzione, per la Cisl, è un fatto estremamente importante per la definizione delle regole del rapporto di lavoro che vanno di pari passo con i risvolti economici che si avranno per circa un milione e duecentomila lavoratrici e lavoratori italiani. Ma il contratto dovrà soprattutto restituire dignità ai tanti lavoratori che hanno sempre e comunque garantito il buon funzionamento del filone della conoscenza senza mai perdere di vista le ragioni di una missione preziosa”.

La Cisl  – “oltre all’essenziale rivendicazione economica, dopo anni di vuoto assoluto” – richiama la necessità di superare alcune criticità emerse nel confrontoche altro non vogliono se non dare le lecite valorizzazioni agli operatori del comparto”.

L’attuale contratto conclude Ganga – “riveste, inoltre, importanza anche per la capacità di visione d’insieme che dovrà riuscire a coniugare le esigenze dei diversi settori come quello della scuola, dell’università e della ricerca per la prima volta considerate unitariamente dallo strumento contrattuale, consentendo, se ben modulata fra i comparti, una visione unitaria utile a migliorare la proposta formativa del Paese”.

Roma, 8 febbraio 2018

Incontro informativo al Miur relativo all’OM sulla mobilità a.s. 2018/19

Si è svolto stamattina al Miur l’incontro di informativa sull’Ordinanza Ministeriale applicativa del CCNI sulla mobilità per l’anno scolastico 2018/19. L’ordinanza – che sarà emanata solo dopo la certificazione da parte degli organi di controllo dell’Accordo siglato il 22.12.2017che ha prorogato il CCNI sulla mobilità dello scorso anno – conterrà i termini per la presentazione delle domande che si ipotizzano nel mese di aprile, subito dopo Pasqua.

E’ prevista la gestione informatizzata della mobilità del personale educativo, impegno assunto dal Miur nel CCNI dello scorso anno.

La Cisl Scuola ha richiesto che l’ordinanza, i cui contenuti non possono ovviamente contrastare con le regole previste nel CCNI, chiarisca comunque alcune questioni interpretative emerse nelle operazioni di mobilità dello scorso anno. Tra queste segnaliamo il trattamento d’ufficio su scuola dei soprannumerari non soddisfatti a domanda; la graduatoria ai fini dei perdenti posto sul sostegno della scuola secondaria di secondo grado (deve essere compilata senza distinzione tra le quattro aree); la possibilità di costituire Cattedre Orario Esterne (COE) anche tra scuole di ambiti diversi e tra corsi diurni e serali.

Concorso riservato sc. secondaria: il bando prossimo in GU. Domande dal 20.2 al 22.3

Nell’informativa di stamattina al MIUR, l’Amministrazione ha illustrato i contenuti del bando di concorso riservato agli abilitati della scuola secondaria in applicazione dell’art. 17 del decreto legislativo 59/2017.

Terminato lo specifico iter, tra cui, lo scorso 29 novembre, l’espressione del parere da parte del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, è imminente la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale:

Le domande di partecipazione alla procedura concorsuale – riservata 1) ai docenti in possesso del titolo di abilitazione all’insegnamento nella scuola secondaria di primo e secondo grado conseguita alla data del 31 maggio 2017 ovvero, in aggiunta al titolo abilitante, del titolo di specializzazione sul sostegno per i medesimi gradi di scuola; 2) agli insegnanti tecnico-pratici che alla data del 31 maggio 2017 risultino iscritti nelle GAE oppure nella seconda fascia delle graduatorie di istituto – potranno essere inoltrate da martedì 20 febbraio a giovedì 22 marzo 2018 esclusivamente in modalità “on line”.

In allegato, a cura dell’ufficio sindacale della Segreteria Nazionale della Cisl Scuola, le consuete schede illustrative, aggiornate con i contenuti del bando, oggetto dell’informativa odierna.

SchedaSuConcFIT_Abilitati_1feb_18 (scarica)

SchedaSuValutazPercAnnuale_1feb_18 (scarica)

decretoMiur_995_15dic_17 (scarica)

decretoMiur_984_14dic_17 (scarica)

Azioni Legali

La Cisl Scuola Viterbo informa i propri iscritti che è possibile proporre un’azione legale presso il tribunale di Viterbo per le seguenti tematiche:

1 riconoscimento per intero del servizio pre-ruolo per i docenti attualmente in ruolo;

2 riconoscimento dell’anzianità di servizio per il lavoro svolto nella scuola paritaria per i docenti attualmente in ruolo;

3 progressione di carriera per i docenti di ruolo e/o precari;

4 pieno riconoscimento del servizio prestato nella scuola infanzia (ex scuola materna) per i docenti attualmente in ruolo su altri ordini di scuola.

A tal fine gli iscritti potranno rivolgersi al nostro legale Avv. Domenico Cancilla Midossi con studio in via Papa Giovanni XXI, n. 23, Tel. 0761-270265. Orari: dal lunedì al venerdì, dalle ore 15 alle ore 18.

Gissi: restituire al dibattito sul contratto più qualità, più senso e più valore

Forse non si conosce abbastanza cosa sia e come si svolga una trattativa sindacale, quali ne siano i margini e i tempi, legati strettamente e inevitabilmente alla complessità delle questioni che vi si affrontano. Solo così si può spiegare il modo in cui viene condotta, nei confronti dei sindacati impegnati a rinnovare un contratto di lavoro dopo quasi nove anni dalla sua scadenza, una polemica che assume talvolta i toni della rissa, non di rado condita da insulti ancor più insopportabili se provenienti da chi svolge il lavoro di istruire ed educare.
Si ha l’impressione che per molti un contratto si riduca a un semplice “prendere o lasciare”. Che non si abbia consapevolezza di come un contratto, per sua natura, rappresenti la mediazione possibile tra le posizioni di tutti i soggetti che partecipano al negoziato, secondo uno schema che non è peraltro riconducibile al classico confronto fra “parte e controparte”; la dinamica è sempre, in realtà, molto più articolata, dovuta anche all’esistenza – e meno male – di una pluralità di soggetti che, in un assetto democratico delle relazioni sindacali, rappresentano la parte del lavoro dipendente.
Esiti e tempi del negoziato scontano inevitabilmente questa complessità, fermo restando che a monte di ogni trattativa ci sono le condizioni di contesto entro cui si svolge: economiche e, in particolare per i settori del lavoro pubblico, politiche e normative. Sembra rendersi poco conto di tutto questo chi segue la trattativa col “cerino spianato” (bruceremo le tessere! – perché strapparle sembra atteggiamento troppo morbido), pronto a trasformare qualunque indiscrezione o anticipazione sulle posizioni della parte cosiddetta “datoriale” (cioè il Governo e chi lo rappresenta al tavolo negoziale) come il punto di arrivo della trattativa anziché il punto di partenza, e di questo in realtà si tratta, su cui si svilupperanno discussione e confronto.
Le famigerate “bozze” dell’ARAN sono infatti da settimane l’oggetto di un lavoro accurato di esame e di messa a punto di emendamenti da parte sindacale, né mancano continui cambiamenti dei testi in circolazione, per effetto del negoziato in corso, fatto anche molto spesso di riunioni lasciate in sospeso proprio per la difficoltà di trovare mediazioni soddisfacenti e di contatti informali a diversi livelli, come sempre avvenuto in circostanze di questa natura. Da qui i tempi lunghi di una trattativa che si fa fatica a chiudere, pur essendo trascorso più di un anno dall’accordo quadro del 30 novembre 2016.
Attentamente considerata – e non pare che avvenga – andrebbe anche la complessità di un contratto, specialmente se si tratta come in questo caso di un CCNL, che affronta un’infinità di questioni, dovendone disciplinare una mole non indifferente, tra aspetti retributivi e normativi. Ai quali il contratto in essere, tanto per dare l’idea, dedica la bellezza di 150 articoli.
La valutazione dei risultati ottenuti, da cui consegue la decisione di sottoscrivere o meno un accordo, non può che essere fatta a conclusione del percorso negoziale, quando si può ragionevolmente valutare se e quanto delle richieste sindacali trova riscontro, se vi possano essere realisticamente margini di ulteriore miglioramento, o se si debba decidere di non firmare, assumendosi i rischi che tale eventualità comporta e dei quali è necessario essere comunque ben consapevoli.
Nove anni di mancato rinnovo dei contratti non hanno soltanto bloccato le retribuzioni (la cui difesa è venuta unicamente dalle intese sindacali, anch’esse peraltro molto contestate, che hanno permesso di mantenere gli scatti di anzianità); hanno spianato anche il campo a interventi per legge che hanno inciso non poco sulla gestione del rapporto di lavoro, cancellando parti importanti del contratto vigente. Il tentativo di ridimensionare le relazioni sindacali, a vantaggio di filosofie dirigiste o di governo per legge – e non per contratto – del lavoro pubblico è stata una costante degli anni trascorsi, in presenza di governi e maggioranze di segno diverso, e non sembra da escludere nemmeno in prospettiva, considerato il “vento” che spira in generale in Europa e nel mondo e di cui qualche spiffero potrebbe non mancare anche da noi, negli scenari possibili del dopo elezioni che ci attende. L’incertezza e il vuoto che un mancato rinnovo del contratto determinerebbe sono un rischio che gli appassionati sostenitori della non firma sottovalutano pericolosamente.
La “non firma”, in realtà, è la soluzione più facile che un sindacato può avere a disposizione. Non lo compromette, lo esime dall’assumersi la responsabilità di una scelta. Lo priva tuttavia di credibilità e di reale capacità di rappresentanza.
Perché un negoziato produca effetti positivi è indispensabile che chi lo svolge abbia piena legittimazione a discutere e a decidere, sapendo che dalla valutazione delle sue scelte dipenderà anche il suo livello di consenso. Una relazione trasparente e chiara, in un contesto di democrazia nel quale aderire a un sindacato o disdettarne l’iscrizione sono e restano scelte di libertà, senza alcuna necessità di svilirle in minacce di sapore ricattatorio.
Il ragionamento potrebbe valere per tante altre vicende sindacali – anche quelle di più immediata attualità e risonanza, come la vertenza diplomati magistrali – segnate quasi sempre dalla presenza di interessi e contro interessi la cui composizione risulta qualche volta di estrema difficoltà. Tentare di comporre equilibri è la fatica, ma anche la ragion d’essere, di un sindacato serio, ed è anche il presupposto perché la sua azione abbia efficacia in un’ottica di interesse generale. Limitarsi ad assecondare ogni sollecitazione, o peggio ancora puntare ad assecondarle tutte, non è fare sindacato, è fare demagogia. Noi cerchiamo, con tutti i nostri limiti e le nostre insufficienze, di essere e restare un sindacato serio.

Roma, 25 gennaio 2018

Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola

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