Corso di preparazione online VIII Ciclo TFA Cisl Scuola

Cisl Scuola, con la collaborazione della Cisl Scuola Puglia e IRSEF IRFED, ha organizzato  il “Corso di Preparazione VIII Ciclo TFA Sostegno” 2023.
Il corso è gratuito per gli iscritti a Cisl Scuola, toccherà tutte le materie concorsuali di ognI prova d’esame.

La presentazione (on line) del corso è fissata per venerdi 13 gennaio 2023 alle ore 15.

Completamente on line, e con disponibilità H 24 senza limiti, il Corso è così strutturato:

– n. 8 lezioni on line della durata di 4 ore ciascuna per la prova preselettiva e per la prova scritta

– n. 8 lezioni on line laboratoriali della durata di 3 ore ciascuna (2 incontri per ciascun ordine di scuola)

– dispense e materiali illustrati nelle lezioni

– accesso alla piattaforma IRSEF IRFED con ulteriori materiali, simulazioni, esercitazioni per tutte le prove.

Per iscriversi, occorre compilare il google form accessibile all’indirizzo web https://forms.gle/avNZR8WVKPWjhnYF6.

Con preghiera di diffusione tra il personale scolastico e di pubblicazione all’albo sindacale

Per ulteriori informazioni contattare 0761-270664 

Ufficio Cisl Scuola Viterbo

Cisl Scuola è il primo sindacato del comparto; Flc-Cgil in seconda posizione per una frazione di punto

Adesso è ufficiale: secondo i dati diffusi dall’Aran, per il triennio 2022/24 Cisl Scuola si conferma il sindacato maggiormente rappresentativo del comparto, con un lieve vantaggio rispetto alla Flc-Cgil che per decenni ha mantenuto il primato (per la verità già nel triennio precedente la Flc era passata in seconda posizione).
Le regole attuali prevedono che la rappresentatività venga calcolata facendo la media fra le deleghe e i voti ottenuti alle elezioni per le RSU.


Cisl Scuola arriva complessivamente al 24,06% derivante da un 23,78% di deleghe e da un 24,34% di voti.
La Flc arriva invece al 23,88% (20,44% di deleghe e 27,33% di voti).
In terza posizione si colloca la Uil Scuola con il 16,42%, mentre lo Snals è in quarta posizione con il 12,80%.
Seguono poi Gilda degli Insegnanti (9,21%) e Anief (6,68%): con questo risultato l’Anief conferma il diritto di essere presente ai tavoli contrattuali nazionali; ora, dopo la firma del CCNL acquisirà anche il diritto a partecipare alla contrattazione integrativa.
Fra i sindacati di base spiccano i Cobas (6.700 deleghe e 1,12% di rappresentatività); segue l’USB (5mila deleghe e 0,82% di rappresentatività); la CUB sta a 1600 deleghe e 0,27% mentre Unicobas è a 1.400 deleghe e allo 0,20% complessivo.

Barbacci (CISL Scuola): buon lavoro al nuovo ministro dell’istruzione. La scuola che il Paese merita è quella che promuove unità e coesione.


Giuseppe Valditara è il 45° ministro dell’istruzione, comprendendo nell’elenco anche i ministri che guidarono il MIUR (con l’accorpamento di istruzione, università e ricerca) e tenendo conto che due di loro (Segni e Misasi) ebbero l’incarico due volte. Il primo augurio da rivolgere al nuovo ministro è dunque quello di poter rimanere in carica un po’ più dei 20 mesi che rappresentano la durata media di un mandato ministeriale a viale Trastevere. Il secondo, più che un augurio è un auspicio: che sia possibile, nel quadro di un riconosciuto valore del dialogo sociale e delle relazioni sindacali, sviluppare un proficuo confronto sulle tante questioni su cui il mondo della scuola attende risposte efficaci non più rinviabili, così come sulle tante che meritano un profondo ripensamento, visti gli esiti fallimentari di politiche cariche di ambizione ma povere di visione, oltre che di buon senso e concretezza, di cui si sono resi protagonisti, da oltre un decennio, governi e maggioranze di ogni colore. La CISL Scuola, come ha sempre fatto con tutti i ministri, non farà mancare la propria disponibilità a rapportarsi in modo aperto, leale e costruttivo.

Alla nomina del nuovo ministro si accompagna una nuova denominazione del Ministero, che sarà d’ora in avanti dell’Istruzione e del merito. Si tratta ora di capire il significato e il senso di un’aggiunta che non può certo considerarsi casuale o soltanto estetica, e quali intenzioni vuole esprimere. Perché se è chiaro che l’istruzione costituisce uno dei compiti che la Costituzione affida alla scuola, sul concetto di merito ci piacerebbe che il riferimento fosse all’art. 34 della Costituzione stessa, laddove sancisce il diritto per i meritevoli di raggiungere i più alti gradi degli studi “anche se privi di mezzi”. Ci piacerebbe un po’ meno se l’aggiunta fosse dettata da suggestioni diverse, quelle di una “meritocrazia” malintesa che tanti danni ha già prodotto e potrebbe ancora produrre se legata a modelli, scolastici e non solo, in cui concorrenza e competizione prevalgono sul senso di appartenenza a una comunità di persone tutte meritevoli di vedersi riconoscere pari opportunità. Il merito che ci piace, insomma, è diverso da quello che tante volte, come ci ricordava Luigino Bruni al nostro congresso di Riccione nel marzo scorso, finisce per diventare – in una società e in una scuola fortemente influenzata dalle condizioni di contesto – una giustificazione delle disuguaglianze. Noi crediamo che tutto il paese meriti una scuola di qualità, che favorisca la riduzione dei divari territoriali e non corra il rischio di accentuarli, promuovendo ovunque crescita personale, unità e coesione, con particolare attenzione e impegno in quelle aree dove più acuti sono i disagi socio economici e più alti i tassi di dispersione e di abbandono. 

Al di là delle opinioni personali di ciascuno, è comunque un bene che l’Italia abbia da oggi un governo nel pieno delle sue funzioni, che giudicheremo sui fatti e col quale da subito chiederemo di confrontarci, a partire da quella che consideriamo in questo momento una priorità, ossia una conclusione positiva e in tempi rapidi del negoziato sul rinnovo del contratto. Tutte le forze politiche, anche quelle che oggi sono maggioranza, hanno riconosciuto in campagna elettorale l’urgenza di restituire al lavoro del personale scolastico e alla sua retribuzione una più giusta dignità. Ora attendiamo scelte coerenti. 

Roma, 22 ottobre 2022

Ivana Barbacci, segretaria generale CISL Scuola

CCNI mobilità. Incontro al Ministero

Si è appena concluso l’incontro tra Ministero e OO.SS. avente ad oggetto la riapertura del CCNI sulla mobilità.
L’incontro è stato convocato dalla Direzione Generale del Personale del Ministero per dar seguito a quanto previsto dall’ordinanza 69476 del Tribunale di Roma che ha individuato un comportamento antisindacale da parte del Ministero in occasione del CCNI sottoscritto il 27 gennaio 2022. Nonostante l’opposizione alla sentenza presentata dal Ministro e in attesa della relativa udienza, l’Amministrazione ha ritenuto di dover dare esecuzione alla sentenza stessa nel rispetto dei tempi previsti. Con l’occasione della riapertura della trattativa, l’Amministrazione ha presentato un testo per il biennio 2023/2025 nel quale vengono recepite tutte le modifiche legislative intervenute successivamente alla firma del contratto del 27 gennaio scorso: si tratta di modifiche che, se da una parte annullano i vincoli per il personale assunto fino all’a.s. 2021/22 (conversione in legge del D.L.21/2022), dall’altra prevedono nuovi vincoli alla mobilità per effetto del D.L.36/2022 convertito nella Legge 79/2022.
La Cisl Scuola ha affermato, in premessa, la piena validità delle operazioni di mobilità per l’a.s.2022/23 che hanno consentito ad oltre 15.000 docenti “vincolati” di ottenere il trasferimento. Inoltre ha chiarito che, indipendentemente dalla sentenza, il CCNI del 27 gennaio deve necessariamente essere oggetto di una riapertura per eliminare ogni vincolo per tutti gli assunti fino al 2021/22. Ciò in linea con quanto già verificatosi in occasione degli utilizzi del luglio scorso allorchè gli interessati non sono stati soggetti a limitazioni della mobilità sulla sede di titolarità, tenuto conto delle modifiche all’art.399, comma 3, del testo unico istruzione apportate dal D.L.21/2022. 
La Cisl Scuola ha infine sostenuto che la eventuale sottoscrizione del nuovo CCNL, per il quale è in corso la trattativa all’ARAN, comporterà comunque come conseguenza l’esigenza di definire un nuovo CCNI a partire dal 2023/2024 sulla mobilità con le regole che saranno previste dal CCNL.
Nel merito dei nuovi vincoli introdotti dal D.L.36/2022 che prevedono il nuovo obbligo di permanenza per un triennio non più sulla sede di titolarità bensì sulla scuola in cui si è svolto il periodo di prova, la Cisl Scuola non condivide la linea interpretativa del Ministero che intende darne applicazione a partire dagli assunti 2022/23.
L’Amministrazione ha manifestato l’esigenza di proseguire nella trattativa calendarizzando incontri settimanali. 
Oltre agli spazi che vogliamo individuare in sede di trattativa all’ARAN continua l’impegno della Cisl Scuola per ottenere modifiche di legge finalizzate all’eliminazione dei vincoli attraverso la presentazione di emendamenti alle Camere che si sono appena insediate.