La CISL Scuola sollecita emendamenti al “mille proroghe” per dare risposta a problemi del personale scolastico


Sono diversi i provvedimenti emanati dal Governo, attualmente all’esame del Parlamento in vista di una loro conversione in legge, che potrebbero rappresentare “veicoli normativi” da prendere in considerazione per dare risposta a problemi riguardanti il personale scolastico che presuppongono un intervento di natura legislativa. In qualche caso, si tratta di questioni già sottoposte all’attenzione di gruppi politici e parlamentari in occasione del dibattito sulla legge di bilancio e che la CISL Scuola sta riproponendo in questi giorni in un serrato confronto con quanti, a livello politico, possono essere interessati e disponibili a farsene carico, fornendo anche specifiche indicazioni per le opportune azioni emendative. 
Questi i temi meritevoli di intervento e che si ritiene possano trovare spazio in sede di conversione del decreto legge 228/2021 (cosiddetto “decreto milleproroghe”): 

  • L’utilizzo, anche per il prossimo anno scolastico, delle GPS di I fascia per le assunzioni in ruolo sui posti non coperti dalle graduatorie concorsuali, il cui numero sarà prevedibilmente elevato specie sui posti di sostegno. La CISL Scuola ritiene opportuna anche una semplificazione della procedura, eliminando la prova finale che ha ben poca ragion d’essere visto che i docenti in questione, oltre ad essere già tenuti al superamento dell’ordinario periodo di prova, dispongono già di una solida e qualificante base formativa
  • La modifica del concorso per gli insegnanti di religione, concorso che il DL 228 proroga al 2022. C’è quindi il tempo per un intervento che consenta agli incaricati di religione di avere, come tutti gli altri docenti, una procedura straordinaria finalizzata all’immissione in ruolo. – Lo slittamento al 28 febbraio dello svolgimento della prova del concorso straordinario riservato ai precari della secondaria non abilitati 
  • La proroga della componente elettiva del CSPI, così da evitare lo svolgimento di nuove elezioni in una situazione di perdurante emergenza pandemica – Lo scorrimento delle graduatorie di merito del concorso STEM per coprire i posti ancora vacanti dopo la nomina dei vincitori 
  • Lo sblocco delle assegnazioni provvisorie, in quanto legate per loro natura a esigenze di carattere familiare o di salute rispetto alle quali risultano del tutto inopportuni vincoli e divieti 
  • La mobilità interregionale dei dirigenti scolastici, per la quale va rimosso il limite che ne prevede l’effettuazione solo sul 30% delle sedi vacanti 
  • L’avvio di una procedura straordinaria di reclutamento per posti di DSGA cui possano partecipare gli assistenti amministrativi da anni facenti funzione anche se non in possesso di laurea 

È auspicabile che in ambito parlamentare non si lasci cadere un’occasione che consentirebbe di dare al personale della scuola, concretamente e non solo a parole, un segnale di attenzione atteso da tempo e che certamente merita. 
Nel frattempo, prosegue con grande determinazione l’impegno della CISL Scuola, sostenuta anche dalla Confederazione, perché già nel primo provvedimento in cantiere il Consiglio dei Ministri provveda a stanziare le risorse necessarie per prorogare oltre il 31 marzo e fino a giugno i contratti di supplenza del personale docente e ATA in servizio sui posti covid.

Sicurezza a scuola


Sicurezza a scuola, verificare se il protocollo è ancora applicabile. Dichiarazione di Maddalena Gissi

La sicurezza nelle attività scolastiche in presenza è una materia che abbiamo regolamentato con un protocollo; ora è urgente valutare con chi lo ha sottoscritto e con i diversi soggetti istituzionali competenti (istruzione, salute, enti locali) se il protocollo è pienamente applicabile in questa quarta ondata. I problemi che i Dirigenti Scolastici e il personale stanno affrontando non sono sempre riconducibili a quelli vissuti nelle esperienze di qualche mese fa. Oggi a Lucca ho ascoltato tanti colleghi durante i lavori del congresso regionale della CISL Scuola Toscana; emerge chiaramente la volontà di favorire quanto più possibile per le scuole una ripresa dell’attività ordinaria in presenza, ma la quantità di contagi tra gli alunni e i docenti è in forte crescita.  
Faccio un appello e una proposta operativa ai responsabili dei diversi dicasteri e al commissario straordinario, che vorremmo incontrare al più presto al tavolo permanente per la sicurezza: vanno monitorati i cluster scolastici e va loro assegnato, con interventi da gestire in termini di prossimità, un percorso prioritario di tracciamento del livello di contagio. Immagino una sorta di “cassetta del pronto soccorso” per le scuole più aggredite dal contagio. Non ha senso far vagare i genitori da una farmacia all’altra e abbandonare a sé stessi quanti, in particolari situazioni di debolezza e disagio, non sanno a volte nemmeno che cosa fare per prevenire il contagio. Il Governo deve sapere che la scuola coinvolge tutti i ceti sociali e tra questi ci sono tantissimi soggetti a vario titolo fragili (per ragioni economiche, culturali, di provenienza geografica). 
Abbiamo bisogno dei dati e di aggiornamenti utili per gli interventi; le tante rilevazioni che i ds compilano strenuamente anche 4 volte al giorno, devono servire per i rimedi e non per la statistica. Chiediamo una convocazione urgente al nostro Ministero che ne ha la titolarità: dobbiamo intercettare il caos e dare risposte pragmatiche. 

Roma, 12 gennaio 2022

Gissi su sicurezza a scuola

Gissi: su sicurezza a scuola basta “toppe”, servono decisioni consistenti e strutturali
Il dibattito sul rientro a scuola sposta ancora una volta il problema e non valuta fino in fondo i possibili rischi. Siamo convinti, da sempre, che i nostri alunni a scuola siano più sicuri e protetti che in altri contesti. Rispettano le regole di prevenzione e si attengono alle indicazioni senza interpretazioni flessibili. Oggi c’è un elemento che ci fa riflettere e che vorremmo evidenziare: per la prima volta la pandemia colpisce i piccoli che ancora non hanno una copertura vaccinale. Non sono state assunte misure per accompagnare la riapertura con presidi sanitari e corsie preferenziali per le scuole. Lo abbiamo chiesto dal primo momento: se ci fossero gazebo della protezione civile o mezzi attrezzati dell’esercito assegnati solo allo screening nelle scuole, forse si potrebbero prevenire quarantene inutili e tracciamenti infiniti. È una misura eccezionale così come è unico il bene degli alunni. Sono ridicoli i suggerimenti di alcuni governatori che vorrebbero affidare al personale della scuola la gestione dei tamponi. L’ipotesi di tenere in classe i bambini anche dopo i primi contagi è di difficile gestione; l’allarme su possibili sintomi o malattie, alimenta le ansie dei genitori. Le famiglie benestanti terranno a casa i propri figli e la frequenza rimarrà solo per gli alunni i cui genitori non possono conciliare lavoro e gestione della DAD.
I canali di persuasione per ampliare la campagna vaccinale dei più piccoli (dai 5 ai 12 anni) sono poco incisivi. I genitori dovrebbero trovare nei pressi delle scuole un hub dedicato per il vaccino. Gli stessi pediatri dovrebbero essere coinvolti per garantire la loro presenza fisica nelle strutture scolastiche in giorni predefiniti. Solo immaginare una sospensione delle attività in presenza, potrebbe incentivare la partecipazione attiva dei bambini alla campagna di somministrazione. 
Il personale è per lo più vaccinato ma un positivo in una classe di 30 mq con 25 studenti non è molto rassicurante anche per chi ha una copertura con la terza dose. 
Da due anni abbiamo la sensazione che la scuola sia considerata al centro del Paese solo quando la produzione e l’economia ne hanno bisogno; bisogna cambiare questa tendenza e garantire la frequenza con interventi mirati, sostanziali e di lungo periodo. Basta con le toppe, servono decisioni consistenti e strutturali. È arrivato il momento di riconoscere alla scuola una voce specifica nello scostamento di bilancio di cui già si parla; lo si faccia e non si trascuri proprio un settore nevralgico del quale il Paese ha veramente bisogno.

Roma, 5 gennaio 2022
Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola 

All’assemblea l’intervento del reggente Vincenzo Alessandro, che ha chiesto di sfruttare i fondi del Next generation Eu per rilanciare il comparto


Cisl scuola, al congresso critiche alla politica e rinvio delle elezioni della segreteria

Viterbo Il 14 dicembre 2021 si è svolto, all’hotel Villa Sofia di Viterbo, il settimo congresso provinciale della Cisl scuola, alla presenza di 74 delegati delle varie scuole della provincia, e con la partecipazione di diversi ospiti, pur nel rigoroso rispetto delle norme di sicurezza. Gli ampi locali di cui dispone la struttura ospitante, difatti, consentono il mantenimento della distanza sociale, e tutti i partecipanti hanno avuto accesso agli stessi tramite esibizione del Green pass. Obbligatorio l’uso della mascherina.

I lavori sono stati introdotti dalla relazione del reggente, Vincenzo Alessandro, il quale ha trattato di tutti i temi di maggiore attualità politico-sindacale. Alla presenza dei responsabili viterbesi di Flc Cgil, Paola Grilli, e Uil scuola, Silvia Somigli, Alessandro ha rivendicato le scelte operate dalla Cisl scuola e dalla Cisl confederale in relazione ai due scioperi proclamati dalle altre sigle sindacali, senza la partecipazione della sua organizzazione, il primo, il 10 dicembre, relativo al solo comparto scuola, il secondo, invece, di carattere generale, il 16 dicembre. 

Con riferimento al primo sciopero, il reggente della Cisl scuola di Viterbo si è detto relativamente meno preoccupato, in quanto la divisione tra le sigle sindacali del settore scolastico, a suo giudizio, appare essere più fondata su ragioni di ordine contingente, che non di sostanza, essendo riferita all’opportunità di un’azione di sciopero nella fase attuale, prima ancora che la discussione parlamentare sulla legge di bilancio sia entrata nella fase cruciale.

Analoga, invece, la critica alla politica, che, dopo i formali elogi al ruolo svolto dalla scuola nella pandemia, non sembra ora voler stanziare risorse adeguate per un dignitoso rinnovo contrattuale, pure in presenza di un generoso contributo finanziario al funzionamento della scuola, derivante dai fondi Next generation Eu, che sollevano lo Stato da molte preoccupazioni di ordine strutturale circa il funzionamento del sistema scolastico (edilizia scolastica, nuove tecnologie, estensione dei servizi, ecc.).

“Se non ora, quando?” si è chiesto Vincenzo Alessandro, sottolineando che, se esiste un’effettiva volontà politica di rivalutare le retribuzioni della scuola, il momento è questo, e non certo la fase nella quale occorrerà cominciare a restituire la componente debitoria dei fondi europei, che andrà a sommarsi al debito pubblico pregresso. 

Più grave la divisione confederale, che investe questioni di strategia sindacale di ampio respiro. Come non considerare, ha sottolineato Vincenzo Alessandro, la natura espansiva della manovra, e il fatto che essa sia fondata su un ampio intervento pubblico, dopo anni di politiche neoliberiste e rigoriste, che, peraltro, non hanno risolto, ma anzi aggravato, la situazione italiana? Si corre il rischio, così operando, di ridare fiato a una visione regressiva dell’economia, tacitata, ma non sconfitta.

Molti altri i contenuti della relazione, di carattere strettamente professionale e scolastico. Ha portato il suo saluto al congresso anche Daniele Peroni, responsabile dell’Ufficio scolastico provinciale di Viterbo. Rinviata l’elezione della nuova segreteria provinciale di Viterbo, per dare modo alla struttura di affrontare in tutta calma il rinnovo delle Rsu, nella prossima primavera.

Cisl Scuola

Gissi sullo sciopero, rispettare la verità dei fatti



Mi ero ripromessa di non fare commenti sullo sciopero del 10 dicembre, su cui basta e avanza, al di là di ogni manipolazione, il riscontro dei dati di adesione. Ma quando si afferma che sarebbe quello sciopero ad avere riacceso i riflettori sui problemi della scuola, e che si attende una convocazione del ministro per discuterne e affrontarli, non posso non ricordare almeno due elementari dati di fatto e di verità. 
Il primo è che fin dal momento del varo, da parte del Governo, del disegno di legge finanziaria, la CISL Scuola e la CISL non solo ne hanno evidenziato le numerose criticità, ma hanno lavorato intensamente per porvi rimedio, ricercando ogni possibile sede di confronto. Dalle numerose interlocuzioni con le forze politiche sono scaturite proposte emendative che, com’è naturale per un provvedimento di legge, sono ora affidate alle decisioni e alla responsabilità del Parlamento. Da come si concluderà il percorso di approvazione della legge, e dal raffronto con gli obiettivi dichiarati, ciascuno potrà valutare anche l’efficacia della propria azione.
Il secondo fatto è che all’incontro col ministro svoltosi il 18 novembre, a seguito di una richiesta che ne sottolineava l’urgenza, le sigle promotrici dello sciopero non si sono presentate – se non in veste di “uditore” – così come hanno disertato successivi incontri pur legati a temi di grande rilevanza e di forte impatto sulle condizioni di lavoro del personale, a partire dal Tavolo permanente sulla sicurezza e da quello sulla mobilità. Nessuna disattenzione, nessuna inerzia dal 18 novembre a oggi da parte nostra, al contrario un lavoro continuo e instancabile per cercare soluzioni ai tanti problemi del personale della scuola, non solo per denunciarli. Ho detto, e lo ribadisco, che mi auguro un pronto ritorno di tutte le sigle sindacali ai tavoli su cui si svolgono le relazioni sindacali, la cui inopinata interruzione non avrebbe mai potuto essere di alcuna utilità alle lavoratrici e ai lavoratori. Se di spartiacque si vuole parlare, mi auguro che sia quello finalmente tracciato tra un massimalismo astratto e l’agire serio e responsabile come organizzazioni capaci di esercitare il proprio ruolo di rappresentanza tenendo insieme visione e concretezza.  
Massimo rispetto per le settantacinquemila persone che, con motivazioni anche molto diverse, hanno partecipato allo sciopero; ma grande attenzione al segnale che ben più del 90% del personale ha dato il 10 dicembre e che nessuno può azzardarsi a tacciare di indifferenza, insensibilità, rassegnazione, disimpegno. Sarebbe, questo, un grave errore per tutti, in primo luogo per la politica, se lo interpretasse come una sorta di via libera rispetto al trascinarsi, indisturbato, di una colpevole disattenzione verso la scuola e il suo personale di cui da tempo sta dando prova; ancor più grave, e imperdonabile, per il sindacato, se si concentrasse prima di tutto e soprattutto nella difesa delle proprie scelte e decisioni e non nello sforzo necessario per ristabilire una giusta sintonia col mondo della cui rappresentanza dovrebbe sentirsi investito. 

Maddalena Gissi, segretaria generale CISL Scuola

COMUNICAZIONE -Assemblea precongressuale delle Scuole del distretto 006 della provincia.


Si ricorda che il 1° dicembre 2021, alle ore 16:00, si svolgerà presso la Sala Parrocchiale Villanova, via Bonaventura Tecchi, 6, Viterbo, l’Assemblea precongressuale delle scuole del distretto 006 della provincia(Comuni di Viterbo, Bassano, Bomarzo, Canepina, Celleno, Soriano, Vitorchiano).
Hanno titolo alla partecipazione e al voto per l’elezione dei delegati al VII Congresso della Cisl Scuola di Viterbo i soci attualmente iscritti alla Cisl Scuola, in regola con la contribuzione nazionale alla data del 30 dicembre 2020.