Contratto 2016 – 2018 – Dentro il CCNL: video e schede illustrative

In queste schede illustrative, potrete trovare tutte le informazioni riguardo il Contratto del comparto scuola-università-ricerca 2016-2018 recentemente firmato.

Clikkando sul link, sarà possibile scaricare documenti utili per ogni area del contratto e visionare le novità apportate in seguito alla firma.

 

Contratto 2016-2018 Comparto Scuola – vai al link per scaricare le schede (clikka)

Firmato il nuovo contratto del comparto dell’istruzione e della ricerca. Comunicato unitario

Firmato all’ARAN oggi, 9 febbraio, il primo contratto nazionale di lavoro del nuovo comparto Istruzione e Ricerca. Un milione e duecentomila tra docenti, personale ata, ricercatori, tecnologi, tecnici, amministrativi hanno finalmente riconquistato uno strumento forte di tutela delle proprie condizioni di lavoro, dopo anni di blocco delle retribuzioni e di riduzione degli spazi di partecipazione e di contrattazione.
Gli aumenti salariali sono in linea con quanto stabilito dalle confederazioni con l’accordo del 30 novembre 2016 e vanno, per la scuola, da un minimo di 80,40 a un massimo di 110,70 euro; pienamente salvaguardato per le fasce retributive più basse il bonus fiscale di 80 euro.
Nessun aumento di carichi e orari di lavoro, nessun arretramento per quanto riguarda le tutele e i diritti nella parte normativa, nella quale al contrario si introducono nuove opportunità di accedere a permessi retribuiti per motivi personali e familiari o previsti da particolari disposizioni di legge.
Il contratto segna una svolta significativa sul terreno delle relazioni sindacali, riportando alla contrattazione materie importanti come la formazione e le risorse destinate alla valorizzazione professionale. Rafforzati tutti i livelli di contrattazione, a partire dai luoghi di lavoro, valorizzando in tal modo il ruolo delle RSU nell’imminenza del loro rinnovo.
Tra le altre novità di rilievo il diritto alla disconnessione, a tutela della dignità del lavoro, messo al riparo dall’invasività delle comunicazioni affidate alle nuove tecnologie.
Per quanto riguarda il personale docente della scuola, si è ottenuto di rinviare a una specifica sequenza contrattuale la definizione del codice disciplinare con l’obiettivo di una piena garanzia di tutela della libertà di insegnamento. Riportando alla contrattazione le risorse finalizzate alla valorizzazione professionale, ripristinando la titolarità di scuola, assumendo in modo esplicito un’identità di scuola come comunità educante si rafforza un modello che ne valorizza fortemente la dimensione partecipativa e la collegialità.
Questo contratto, la cui vigenza triennale 2016-18 si concluderà con l’anno in corso, assume forte valenza anche nella prospettiva del successivo rinnovo di cui vengono poste le basi e dell’impegno che comunque andrà ripreso anche nei confronti del nuovo Parlamento e del nuovo Governo, per rivendicare una politica di forte investimento nei settori dell’istruzione e della ricerca. Si chiude cosi una lunga fase connotata da interventi unilaterali, aprendone una nuova di riconosciuto valore al dialogo sociale.

Roma, 9 febbraio 2018
Francesco Sinopoli Flc Cgil
Franco Martini Cgil
Maddalena Gissi Cisl FSUR
Ignazio Ganga Cisl
Giuseppe Turi Uil Scuola RUA
Antonio Foccillo Uil

Somministrazione farmaci agli alunni, firmato il protocollo: ecco tutto ciò che occorre sapere

E’ stato siglato in data 31 gennaio 2018  tra il M.I.U.R. – Ufficio Scolastico Regionale per il LAZIO e la REGIONE LAZIO  il protocollo d’intesa dal titolo “Percorso integrato per la somministrazione dei farmaci in ambito e in orario scolastico“, approvato con la deliberazione di Giunta regionale 17/10/2017 n. 649.

Nel protocollo sono definiti “criteri, procedure, competenze, azioni, interventi e responsabilità connessi alle necessità di somministrazione dei farmaci agli alunni con patologie croniche o assimilabili che frequentano le scuole di ogni ordine e grado della Regione Lazio, comprese le agenzie formative accreditate, a tutela della salute e della sicurezza in orario scolastico o formativo e della regolare frequenza”.

Contratto Scuola: Cisl, fiduciosi su esito incontro oggi

La Cisl èfiduciosache nell’incontro del pomeriggio all’Aran si possa individuareun percorso utile a chiudere il contratto istruzione che dovrà poter consentire di recuperare la situazione di stallo durata nove anni”. Lo dichiara il segretario confederale della Cisl, Ignazio Ganga.

È importante, pertanto” – continua Ganga – “che Aran e Governo aiutino queste ultime fasi di confronto superando alcune resistenze di parte pubblica per arrivare celermente alla conclusione delle trattative iniziate lo scorso due gennaio e che necessitano la ricerca del compimento dell’iter contrattuale. Dare un nuovo contratto al comparto Istruzione, per la Cisl, è un fatto estremamente importante per la definizione delle regole del rapporto di lavoro che vanno di pari passo con i risvolti economici che si avranno per circa un milione e duecentomila lavoratrici e lavoratori italiani. Ma il contratto dovrà soprattutto restituire dignità ai tanti lavoratori che hanno sempre e comunque garantito il buon funzionamento del filone della conoscenza senza mai perdere di vista le ragioni di una missione preziosa”.

La Cisl  – “oltre all’essenziale rivendicazione economica, dopo anni di vuoto assoluto” – richiama la necessità di superare alcune criticità emerse nel confrontoche altro non vogliono se non dare le lecite valorizzazioni agli operatori del comparto”.

L’attuale contratto conclude Ganga – “riveste, inoltre, importanza anche per la capacità di visione d’insieme che dovrà riuscire a coniugare le esigenze dei diversi settori come quello della scuola, dell’università e della ricerca per la prima volta considerate unitariamente dallo strumento contrattuale, consentendo, se ben modulata fra i comparti, una visione unitaria utile a migliorare la proposta formativa del Paese”.

Roma, 8 febbraio 2018

Gissi: restituire al dibattito sul contratto più qualità, più senso e più valore

Forse non si conosce abbastanza cosa sia e come si svolga una trattativa sindacale, quali ne siano i margini e i tempi, legati strettamente e inevitabilmente alla complessità delle questioni che vi si affrontano. Solo così si può spiegare il modo in cui viene condotta, nei confronti dei sindacati impegnati a rinnovare un contratto di lavoro dopo quasi nove anni dalla sua scadenza, una polemica che assume talvolta i toni della rissa, non di rado condita da insulti ancor più insopportabili se provenienti da chi svolge il lavoro di istruire ed educare.
Si ha l’impressione che per molti un contratto si riduca a un semplice “prendere o lasciare”. Che non si abbia consapevolezza di come un contratto, per sua natura, rappresenti la mediazione possibile tra le posizioni di tutti i soggetti che partecipano al negoziato, secondo uno schema che non è peraltro riconducibile al classico confronto fra “parte e controparte”; la dinamica è sempre, in realtà, molto più articolata, dovuta anche all’esistenza – e meno male – di una pluralità di soggetti che, in un assetto democratico delle relazioni sindacali, rappresentano la parte del lavoro dipendente.
Esiti e tempi del negoziato scontano inevitabilmente questa complessità, fermo restando che a monte di ogni trattativa ci sono le condizioni di contesto entro cui si svolge: economiche e, in particolare per i settori del lavoro pubblico, politiche e normative. Sembra rendersi poco conto di tutto questo chi segue la trattativa col “cerino spianato” (bruceremo le tessere! – perché strapparle sembra atteggiamento troppo morbido), pronto a trasformare qualunque indiscrezione o anticipazione sulle posizioni della parte cosiddetta “datoriale” (cioè il Governo e chi lo rappresenta al tavolo negoziale) come il punto di arrivo della trattativa anziché il punto di partenza, e di questo in realtà si tratta, su cui si svilupperanno discussione e confronto.
Le famigerate “bozze” dell’ARAN sono infatti da settimane l’oggetto di un lavoro accurato di esame e di messa a punto di emendamenti da parte sindacale, né mancano continui cambiamenti dei testi in circolazione, per effetto del negoziato in corso, fatto anche molto spesso di riunioni lasciate in sospeso proprio per la difficoltà di trovare mediazioni soddisfacenti e di contatti informali a diversi livelli, come sempre avvenuto in circostanze di questa natura. Da qui i tempi lunghi di una trattativa che si fa fatica a chiudere, pur essendo trascorso più di un anno dall’accordo quadro del 30 novembre 2016.
Attentamente considerata – e non pare che avvenga – andrebbe anche la complessità di un contratto, specialmente se si tratta come in questo caso di un CCNL, che affronta un’infinità di questioni, dovendone disciplinare una mole non indifferente, tra aspetti retributivi e normativi. Ai quali il contratto in essere, tanto per dare l’idea, dedica la bellezza di 150 articoli.
La valutazione dei risultati ottenuti, da cui consegue la decisione di sottoscrivere o meno un accordo, non può che essere fatta a conclusione del percorso negoziale, quando si può ragionevolmente valutare se e quanto delle richieste sindacali trova riscontro, se vi possano essere realisticamente margini di ulteriore miglioramento, o se si debba decidere di non firmare, assumendosi i rischi che tale eventualità comporta e dei quali è necessario essere comunque ben consapevoli.
Nove anni di mancato rinnovo dei contratti non hanno soltanto bloccato le retribuzioni (la cui difesa è venuta unicamente dalle intese sindacali, anch’esse peraltro molto contestate, che hanno permesso di mantenere gli scatti di anzianità); hanno spianato anche il campo a interventi per legge che hanno inciso non poco sulla gestione del rapporto di lavoro, cancellando parti importanti del contratto vigente. Il tentativo di ridimensionare le relazioni sindacali, a vantaggio di filosofie dirigiste o di governo per legge – e non per contratto – del lavoro pubblico è stata una costante degli anni trascorsi, in presenza di governi e maggioranze di segno diverso, e non sembra da escludere nemmeno in prospettiva, considerato il “vento” che spira in generale in Europa e nel mondo e di cui qualche spiffero potrebbe non mancare anche da noi, negli scenari possibili del dopo elezioni che ci attende. L’incertezza e il vuoto che un mancato rinnovo del contratto determinerebbe sono un rischio che gli appassionati sostenitori della non firma sottovalutano pericolosamente.
La “non firma”, in realtà, è la soluzione più facile che un sindacato può avere a disposizione. Non lo compromette, lo esime dall’assumersi la responsabilità di una scelta. Lo priva tuttavia di credibilità e di reale capacità di rappresentanza.
Perché un negoziato produca effetti positivi è indispensabile che chi lo svolge abbia piena legittimazione a discutere e a decidere, sapendo che dalla valutazione delle sue scelte dipenderà anche il suo livello di consenso. Una relazione trasparente e chiara, in un contesto di democrazia nel quale aderire a un sindacato o disdettarne l’iscrizione sono e restano scelte di libertà, senza alcuna necessità di svilirle in minacce di sapore ricattatorio.
Il ragionamento potrebbe valere per tante altre vicende sindacali – anche quelle di più immediata attualità e risonanza, come la vertenza diplomati magistrali – segnate quasi sempre dalla presenza di interessi e contro interessi la cui composizione risulta qualche volta di estrema difficoltà. Tentare di comporre equilibri è la fatica, ma anche la ragion d’essere, di un sindacato serio, ed è anche il presupposto perché la sua azione abbia efficacia in un’ottica di interesse generale. Limitarsi ad assecondare ogni sollecitazione, o peggio ancora puntare ad assecondarle tutte, non è fare sindacato, è fare demagogia. Noi cerchiamo, con tutti i nostri limiti e le nostre insufficienze, di essere e restare un sindacato serio.

Roma, 25 gennaio 2018

Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola

gissi_restituire_valore_contratto (scarica)

Rinnovare il contratto 23.01.2018 (leggi)

Rinno CCNL: all’Aran qualche passo in avanti 17.01.2018 (leggi)

Rinno CCNLA: Nota Sindacale Unitaria 16.01.2018 (leggi)

Gissi: non ci interessano le promesse elettorali, la vera prova sarà dopo il voto

Per carità! Non ho nessuna intenzione di assecondare il vizio delle promesse facili, già troppo diffuso tra le nostre forze politiche”. Così Maddalena Gissi, segretaria generale della Cisl Scuola e della Federazione Scuola Università e Ricerca della Cisl, intervenendo a margine di un convegno organizzato a Mestre dalla Cisl del Veneto, risponde a chi le chiede quale appello la sua organizzazione intenda lanciare ai partiti impegnati nella campagna per il voto del 4 marzo.
Rappresentiamo gente seria, che non ha certo bisogno di contare quante volte la parola scuola ricorra in un programma elettorale per decidere a chi dare il suo voto. Aggiungo: rappresentiamo gente che giustamente non ci chiede indicazioni di voto, perché sa benissimo giudicare e scegliere in piena autonomia. Non ci siamo mai sognati di dire ai nostri associati per chi devono votare, continueremo fare così, rispettandone rigorosamente il pluralismo delle opzioni, che per me è una ricchezza e un valore. Non vuol dire indifferenza o equidistanza da tutte le proposte in campo, chi si riconosce nella Cisl ne condivide valori che pongono precise domande di coerenza: non serve aggiungere altro. In ogni caso – prosegue la Gissi – pensiamo che non possa certo essere un solo tema, sia pure di importanza fondamentale come quello dell’istruzione e formazione, a determinare il giudizio e le scelte di chi vota. L’unico appello che facciamo, questo sì con grande convinzione, è che tutti vadano a votare, ritenendo che un cittadino responsabile debba considerare la partecipazione al voto come un diritto dovere. Ne va della qualità e della forza della nostra democrazia”.
Più che alla campagna elettorale, la segretaria generale Cisl Scuola si dice interessata al dopo elezioni. “È all’indomani del voto che ci interessa vedere quali saranno i comportamenti della politica. Sulle promesse di oggi non vale perdere tempo, ma al nuovo Parlamento e al nuovo Governo faremo sentire da subito la nostra presenza, come interlocutori esigenti e determinati. È in quel momento che li sfideremo alla coerenza sulle parole che avranno speso”.
Una proposta però la leader della Cisl Scuola la avanza: “Comunque vada e chiunque vinca le elezioni, chiederemo che si faccia quello che da troppo tempo non avviene: dedicare a temi di importanza strategica come istruzione, formazione e ricerca la considerazione che meritano, come bene comune dell’intero Paese su cui far convergere l’interesse e l’impegno di tutti. Basta con le troppe smanie di protagonismo, con la presunzione di un riformismo improvvisato e di facciata, con la logica del fare e disfare che va avanti da quasi trent’anni. È del 1990 la conferenza nazionale sulla scuola, in cui a tutti si chiese di dare il proprio contributo in direzione del comune obiettivo di rinnovare il sistema facendone crescere la qualità. Ministro dell’Istruzione era allora l’attuale Presidente della Repubblica. Si segua il suo esempio, si riproponga, attualizzandola, quell’esperienza. Non è possibile che il sistema di istruzione continui a essere terreno di tagli indiscriminati o di investimenti fatti male”.
Il futuro è anche quello di una stagione contrattuale che si fa fatica a chiudere, ma che in ogni caso è destinata a riaprirsi già nel prossimo autunno, quando si avvicinerà la scadenza del contratto nel frattempo eventualmente rinnovato. “Stiamo cercando di chiudere positivamente questo rinnovo – dice Maddalena Gissi – anche se non si tratta di un lavoro semplice, né scontato; si fa molta fatica a sostenere le ragioni del buon senso in un contesto sfavorevole, dove la demagogia pseudosindacale potrebbe tirare la volata alle convenienza di una politica antisindacale. Si ha l’impressione che troppi abbiano interesse a far naufragare la trattativa, anche il clima pre elettorale non favorisce certamente uno svolgimento sereno e proficuo del confronto. Se, come mi auguro, si giungerà alla firma del contratto 2016-2018, toccherà al futuro Governo, subito dopo, prepararsi al rinnovo per il triennio successivo. Un nuovo impegno per noi, per proseguire il percorso verso la giusta valorizzazione del lavoro che rappresentiamo, per la politica un momento di verifica che misurerà la coerenza rispetto alle promesse elettorali. Anche per i governi, come per il sindacato, gli esami non finiscono mai”.

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Rinnovo RSU, si vota il 17-18-19 aprile. Il protocollo firmato oggi da ARAN e Sindacati

È stato firmato oggi il protocollo tra ARAN e Sindacati che fissa tempi e modalità per l’elezione delle RSU in tutti i comparti dl pubblico impiego. Le votazioni avranno luogo nei giorni 17, 18 e 19 aprile 2018.

Entro il 9 marzo dovranno essere presentate le liste dei candidati.

Lo scrutinio avverrà per tutti i seggi nella giornata del 20 aprilee vi sarà tempo fino al 27 per la pubblicazione dei risultati.

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Mobilità, prorogata di un anno la validità del contratto in vigore per il 2017/18

FLC Cgil CISL Scuola UIL Scuola Rua e il Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca, in attesa di regolare pienamente la materia nell’ambito del prossimo rinnovo contrattuale 2016-2018, hanno convenuto di prorogare integralmente, e limitatamente all’anno scolastico 2018-19, la validità del vigente Contratto sulla mobilità del personale della scuola.
Le ragioni di tale scelta risiedono innanzitutto nella necessità di assicurare un sereno e ordinato inizio del prossimo anno scolastico. In questa fase, infatti, fino a quando non verrà definito il nuovo Contratto nazionale, il cui negoziato è appena iniziato, non sarà possibile né regolare un nuovo Contratto di mobilità con validità triennale (come prevede l’atto di indirizzo del Governo all’ARAN), né apportare significative modifiche migliorative rispetto alle deroghe di legge acquisite lo scorso anno. Modifiche che hanno già eliminato diversi punti negativi della Legge 107/2015 ripristinando la facoltà di trasferimento del personale sulle singole scuole e neutralizzando in grandissima parte la cosiddetta chiamata diretta.
La proroga potrà assicurare una maggiore fluidità nelle procedure di mobilità grazie anche all’accorciamento dei tempi a disposizione degli organi di controllo, trattandosi di un contratto già da essi approvato, e grazie all’utilizzazione della modulistica e dalle configurazioni di sistema già utilizzate per trasferimenti, assegnazioni provvisorie e utilizzazioni riferiti al corrente anno scolastico. Ciò avrà peraltro riflessi positivi sul lavoro delle istituzioni scolastiche che potranno operare con tempi più distesi sia sulla formulazione delle proposte di organico sia sul trattamento delle domande di mobilità. Cosi come sarà positivo ai fini del rientro nelle sedi di residenza dei docenti il finanziamento di 150 milioni di euro previsto nella legge di bilancio 2018 al fine di aumentare i posti in organico di diritto utili alle operazioni di mobilità.
Infine è stata acquisita la disponibilità del Miur a individuare le necessarie soluzioni al fine di superare le criticità emerse lo scorso anno in fase di applicazione del Ccni.
Rimane ferma la volontà di FLC Cgil CISL Scuola UIL Scuola RUA di ricondurre in maniera definitiva l’argomento della mobilità nell’ambito contrattuale, con l’obiettivo di cancellare ogni aspetto deleterio della legge 107/2015 che in tale materia ha operato forzature, tutte da superare, sui diritti dei lavoratori, sulla libertà di insegnamento e sull’imparzialità dell’amministrazione.

Roma, 22 dicembre 2017

COMUNICATO_CCNI_MOBILITA_22DIC2017 (scarica)

Cisl Scuola in crescita: il bilancio del 2017 di Lena Gissi

È stato un anno impegnativo quello che si chiude, come lo sono stati quelli precedenti e come in fondo lo sono tutti per un sindacato come il nostro, attivo e presente tutti i giorni in ogni angolo d’Italia per onorare al meglio il mandato di rappresentanza che tantissime lavoratrici e lavoratori gli affidano. Assicurando servizi di consulenza, assistenza e tutela individuale la cui qualità, ampiamente riconosciuta, è da sempre motivo di soddisfazione e di orgoglio per la Cisl Scuola. Il merito è soprattutto di una dirigenza territoriale capace di spendersi con generosità e competenza, tanto che le nostre sedi sono costantemente affollate di persone la cui presenza è il migliore antidoto ai rischi di burocratizzazione che ogni grande struttura organizzata inevitabilmente corre.
Ma la cura riservata alla tutela individuale non esaurisce certo la nostra funzione, consistente prima di tutto e soprattutto nella rappresentanza generale e d’insieme degli interessi comuni a chi lavora nella scuola, in un’ottica di interesse generale che resta il nostro orizzonte di riferimento come organizzazione confederale. Possono sembrare espressioni generiche e vuote, ma non lo sono affatto nel contesto che viviamo, dove l’esigenza di rinsaldare i legami di unità e solidarietà sociale è fortissima, per il permanere di squilibri e disuguaglianze che la crisi degli ultimi anni ha pericolosamente accentuato. Proprio per questo abbiamo voluto come motto del nostro congresso, celebrato a fine maggio, “Fare comunità”: un messaggio rivolto alla scuola, esaltando le pratiche di condivisione e collegialità che ne fanno una comunità educante, ma che va certamente assunto anche in una dimensione più ampia.
Il 2017 ha visto riaprirsi, per il sindacato, spazi importanti di iniziativa e di confronto, dopo una fase segnata da un pericoloso deficit di dialogo sociale. Per il lavoro pubblico si sta finalmente concretizzando un obiettivo importante, quello di un rinnovo contrattuale atteso da anni: in questo senso salutiamo con favore la convocazione all’ARAN per il 2 gennaio, dopo averla sollecitata nei giorni scorsi insieme alle altre organizzazioni sindacali. Siamo consapevoli che il nuovo contratto non potrà certo essere risolutivo di tutti i problemi né soddisfare appieno tutte le attese, ma può segnare un primo passo in direzione di un più giusto riconoscimento del nostro lavoro, della sua importanza, della sua dignità.
Per la scuola, l’azione sindacale ha prodotto risultati importanti anche per correggere alcune storture indotte da interventi legislativi discutibili e discussi, confermandosi come risorsa fondamentale su cui far leva per valorizzare la professionalità di chi lavora e la qualità dei processi di innovazione. Ci siamo battuti in questi mesi, e continueremo a farlo, perché Istruzione e formazione siano riconosciuti come settori strategici di investimento, perché il lavoro nella scuola si affranchi da una condizione di precarietà ancora troppo diffusa, perché l’aspirazione a lavorare nella scuola non debba sempre necessariamente sfociare in situazioni di conflitto tra interessi contrapposti. Anche le vicende più recenti, segnate da comportamenti contraddittori della giustizia amministrativa, ci dicono che la sede giusta in cui le soluzioni ai problemi vanno cercate è quella politica, di una buona politica capace di ascolto, di sintesi e di equilibrio.
Chiudiamo il 2017 con dati confortanti per quanto riguarda la nostra tenuta organizzativa. Non è l’unico aspetto di cui tenere conto nel trarre un bilancio, ma sicuramente è un bel segnale quello che ci viene dal trend di crescita del nostro numero di associati. Limitandoci agli iscritti pagati dal Tesoro, un dato particolarmente rilevante perché attestato ufficialmente dall’Amministrazione, la Cisl Scuola incrementa di 2.500 unità, rispetto al mese di dicembre dello scorso anno, le deleghe rilasciate dai lavoratori, confermandosi nettamente come il sindacato con più alto numero di iscritti nel settore. In crescita significativa anche le iscrizioni del personale precario non pagato dal Tesoro e quelle del personale delle scuole non statali e della formazione professionale. Consideriamo questi dati come la risposta più eloquente a quanti non perdono occasione per parlare di sindacato in affanno e in crisi. Un’abitudine che per qualcuno sembra rappresentare una vera e propria ragione di vita, ma che rivela ancora una volta la propria inconsistenza.
Per noi la crescita di iscritti è solo un ulteriore stimolo ad affrontare il nuovo anno svolgendo il nostro ruolo con ancor più determinazione e convinzione, nell’interesse della scuola e delle tante persone che ci lavorano con intelligenza, competenza, generosità e passione.

Roma, 29 dicembre 2017

Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola

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Sindacati e MIUR per il rinnovo del CCNL: il confronto prosegue il 4 gennaio

Il confronto avviato a livello politico con l’incontro del 21 dicembre tra i sindacati e il sottosegretario Vito De Filippo proseguirà ai primi di gennaio per un ulteriore approfondimento su diverse problematiche evidenziate nel corso della riunione, tra cui anche quelle derivanti dalla recente sentenza del Consiglio di Stato sui diplomati magistrali e la prosecuzione del tavolo di confronto sul personale ATA. L’impegno di rivedersi il giorno 4 gennaio è riportato nel verbale dell’incontro, nel quale si sottolinea anche l’esigenza, da tutti condivisa, di una sollecita ripartenza delle trattative per il rinnovo del contratto, “avendo come riferimento imprescindibile l’accordo del 30 novembre 2016 a Palazzo Vidoni” e la sua concreta attuazione come ribadito oggi in una dichiarazione congiunta dei segretari generali di CGIL CISL e UIL in cui si rivendicano 85 euro medi per comparto e il pieno ripristino delle prerogative negoziali su organizzazione del lavoro e orari.
Proprio per evidenziare questo obiettivo condiviso dalle parti il MIUR ha inviato una nota al Gabinetto del Ministro per la Pubblica Amministrazione. Nel corso dell’incontro sono state esaminate anche le novità derivanti da interventi emendativi al testo della legge di bilancio in corso di approvazione, novità che vedono positivamente accolte alcune delle richieste sostenute da Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola RUA.
Tra queste lo stanziamento di 150 milioni di euro a copertura di un incremento degli organici del personale docente che favorirà tra l’altro il rientro di un maggior numero di docenti nei luoghi di origine, l’istituzione di uno specifico fondo con risorse destinate alla contrattazione, il riconoscimento della possibilità di sostituire il personale assistente amministrativo e tecnico assente per lunghi periodi, l’accesso al concorso per DSGA riconosciuto agli assistenti amministrativi facenti funzione a prescindere dal possesso del titolo, l’assunzione in ruolo di chi da anni opera con contratti di collaborazione nelle segreterie delle scuole e nei laboratori.
Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola RUA considerano quanto emerso dal confronto in atto come un primo positivo avvio di un percorso che a partire dal rinnovo del contratto dovrà proseguire in prospettiva attraverso scelte politiche coerenti di rafforzato investimento nei settori dell’istruzione, dell’università e della ricerca e di adeguata valorizzazione delle professionalità operanti nel comparto. Contestualmente si è deciso oggi di prorogare il CCNI sulla mobilità annuale in attesa del nuovo Ccnl del comparto.

Roma, 22 dicembre 2017

FLC CGIL
CISL SCUOLA
UIL SCUOLA RUA

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