C
Autore: admin
AVVISO- DOMANDA NASPI
Gli interessati potranno recarsi presso le sedi degli Uffici INAS CISL come da prospetto allegato.
È necessario portare:
- Ultimi 3 cedolini dello stipendio.
- Codice IBAN
- Documento di riconoscimento
Corso per docenti che a settembre assumeranno l’incarico di dirigente scolastico
La Cisl Scuola sta organizzando un corso di affiancamento per i docenti che saranno chiamati da settembre ad assumere l’incarico di dirigente scolastico.
Il corso viene avviato on line il 4 luglio. Il 13 e 14 luglio vi sarà un seminario in presenza a Roma. Saranno assunti 398 nuovi dirigenti (!)
Vi preghiamo di diffondere l’iniziativa anche tra i non iscritti, affinchè aderiscano alla nostra organizzazione.
Il seminario è riservato agli iscritti ed è gratuito.
Si tratta di una operazione molto importante ai fini del proselitismo e occorre coinvolgere più persone possibile.
Il link alla notizia e alle modalità di iscrizione è
https://www.cislscuola.it/index.php?id=2872&tx_ttnews%5Btt_news%5D=33181&cHash=e74dd718a9a115406729604561940682
Risultati dello sciopero della Scuola
Scuola: sindacati, adesione sciopero al 20%. Se 1 lavoratore su 5 ha aderito, protesta è forte. Non può essere ignorato. Ora serve disponibilità ad una soluzione politica
(comunicato unitario)
“Crescono i dati relativi all’adesione del personale allo sciopero con stime che indicano una percentuale attorno al 20%. Se un lavoratore della scuola su 5 ha aderito allo sciopero significa che la protesta è forte. Questo è un fatto che non può essere ignorato”. Lo riferiscono in una nota i sindacati che hanno promosso lo sciopero e le manifestazioni di ieri, Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda e Anief.
“L’Italia – la denuncia è dell’Ocse – ha gli stipendi più bassi nella UE, evidenziano i sindacati nella nota. Nonostante sia il fanalino di coda in tema di retribuzioni, nonostante la spesa in istruzione e formazione sia tra le più basse d’Europa non si vedono all’orizzonte iniziative che investano su un settore così importante per lo sviluppo del Paese”.
“L’iniziativa democratica del personale, che con lo sciopero ha manifestato il suo dissenso verso le misure del Governo deve trovare disponibilità concreta per una soluzione politica”, sottolineano i sindacati.
“Contratto, reclutamento e formazione sono i nodi centrali di una vertenza scuola più volte rappresentata e che lo sciopero di ieri ha nuovamente riproposto”, concludono Francesco Sinopoli, Ivana Barbacci, Pino Turi, Elvira Serafini, Rino Di Meglio e Marcello Pacifico.
Sciopero 30 maggio
Lo sciopero del 30 maggio è la risposta giusta e necessarianon solo per affermare il diritto del personale della scuola a un dignitoso rinnovo del contratto, ma anche per dire no a interventi fatti per legge su materie come la formazione in servizio e il trattamento economico, di diretto impatto sul rapporto di lavoro e quindi da disciplinare per contratto. Si tratta oltretutto di interventi che, al di là della rilevante questione di metodo, appaiono assolutamente non condivisibili nel merito, in quanto trasformano uno strumento importante come la formazione in un elemento divisivo della categoria, finalizzato a elargire benefici non meglio precisati a un numero limitato di insegnanti, utilizzando per questo risorse già insufficienti per soddisfare l’esigenza di una generale rivalutazione delle nostre retribuzioni. Viene inoltre disegnato un sistema di reclutamento nel quale è del tutto assente un riconoscimento del valore all’esperienza di lavoro del personale precario, per il quale non si prevedono opportunità concrete di stabilizzazione, come sarebbe indispensabile anche per dare al sistema un presupposto importante in termini di funzionalità e continuità.
Il varo del decreto legge 36, oggi all’esame delle Camere, avvenuto proprio in concomitanza con l’avvio della trattativa all’ARAN sul nuovo contratto, suona come una provocazione rispetto alla quale la proclamazione dello sciopero è stata una risposta immediata e inevitabile. Ora è indispensabile che siano le lavoratrici e i lavoratori della scuola a far sentire la propria voce, con una larga adesione allo sciopero del 30 maggio per chiedere un piano serio di investimenti sulla scuola, risorse destinate al settore e concreti riconoscimenti per l’impegno messo in campo da tutto il personale.
La nostra categoria ha dato, negli ultimi due anni scolastici segnati dall’emergenza pandemica, una grande prova di professionalità, di responsabilità e di dedizione al lavoro, adoperandosi in ogni modo perché non venisse meno l’esercizio del diritto allo studio nonostante i ricorrenti divieti di svolgere attività in presenza. Ha dimostrato inoltre grande senso civico con un’adesione corale alla campagna di vaccinazione, ponendosi in tal modo come esempio positivo per l’intera comunità sociale. Meriterebbe, per questo, una diversa attenzione e un positivo riconoscimento: avviene invece esattamente il contrario.
Attraverso le sue rappresentanze sindacali, il mondo della scuola si è detto pronto a partecipare al grande impegno di rinnovamento che il Paese, col piano di ripresa e resilienza, sta mettendo in atto con precisi obiettivi riguardanti il sistema di istruzione e formazione. Abbiamo chiesto e ottenuto la sottoscrizione di precisi impegni da parte del Governo, resi espliciti nel Patto per la scuola al centro del Paese, nel quale si assume come metodo da seguire quello del confronto con le parti sociali per sostenere percorsi di innovazione condivisa.
Per questa ragione, essendo da sempre sostenitori e protagonisti di un modello di relazioni sindacali centrato sul confronto, il dialogo e il negoziato, non possiamo subire in silenzio e passivamente atteggiamenti che vanno in direzione esattamente opposta, rischiando di compromettere pesantemente lo stesso sviluppo del negoziato per il contratto.
Dobbiamo reagire, dobbiamo farlo con energia e determinazione: abbiamo sempre sostenuto che lo sciopero, anche per il sacrificio che comporta per chi vi partecipa, è strumento di cui non si deve mai abusare, una forma di lotta importante alla quale occorre sempre fare ricorso a ragion veduta, quando è la risposta davvero giusta e necessaria. Questa è una di quelle occasioni.
Ivana Barbacci, segretaria generale CISL Scuola
“L’impegno dei lavoratori dopo le stragi di Capaci e Via D’Amelio”. Articolo di Luigi Sbarra su ‘L’Economia del Corriere del Mezzogiorno’
“Il 27 giugno di quell’anno centomila lavoratori giunsero in Sicilia a Palermo da ogni parte d’Italia dietro le bandiere dei sindacati per chiedere giustizia, legalità, sviluppo. Ci fu una grande manifestazione unitaria, la più imponente nella storia del Mezzogiorno, che costituì una svolta per la nascita di un sentimento collettivo di ‘rivolta delle coscienze’ nei confronti del ricatto criminale”. Così il segretario generale della CISL, Luigi Sbarra, ricorda sul “Corriere del Mezzogiorno – Economia” le tragiche vicende del 1992, con le stragi di Capaci e Via d’Amelio, di cui ricorre il trentennale e che saranno oggetto di una manifestazione in programma oggi al Foro Italico di Palermo, con la presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Sbarra, che interverrà alla manifestazione, sottolinea nel suo articolo come il mondo del lavoro sia stato allora in prima linea nell’affermare il primato della legalità e della giustizia, ricordando anche come la povertà, la mancanza di lavoro e le disuguaglianze siano il terreno di coltura in cui più facilmente si annida la criminalità organizzata. “Legalità e crescita sociale marciano insieme – scrive Sbarra – per questo va rafforzata la presenza dello Stato e vanno avviate politiche di coesione”.