Il Consiglio dei Ministri ha dato il “via libera” alla firma definitiva del nuovo contratto, atto necessario perché lo stesso divenga a tutti gli effetti operativo. Si potrà così procedere, una volta firmato il CCNL, all’erogazione dei benefici economici che l’accordo ha definito e che quindi potranno entrare in tempi brevi in busta paga, insieme agli arretrati per le annualità precedenti.
“Siamo soddisfatti – dichiara Maddalena Gissi, segretaria generale della Cisl Scuola – perché i fatti stanno dimostrando che la decisione di firmare il contratto era la più giusta e opportuna, specie in una situazione di grande incertezza politica come quella che stiamo attraversando. Si tratta ora di proseguire il percorso di valorizzazione delle professionalità avviato col contratto: due sono gli obiettivi prioritari, consolidare gli incrementi ottenuti nel negoziato all’ARAN e porre le basi per il successivo rinnovo, visto che questo contratto è praticamente già in scadenza”.
Le parole della Gissi si muovono sulla stessa lunghezza d’onda della dichiarazione rilasciata da Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl: “E’ un fatto positivo che oggi il Consiglio dei Ministri abbia dato il definitivo via libera al contratto nazionale di lavoro relativo al personale del comparto dell’istruzione e della ricerca per il triennio 2016-2018, sottoscritto dall’ARAN , dalle confederazioni e dai sindacali di categoria lo scorso 9 febbraio. Ora ci attendiamo lo stesso impegno coerente sulla scuola, l’università, la ricerca e tutti gli altri comparti pubblici anche dal futuro Governo che dovrà garantire già nel prossimo Def di aprile, e subito dopo nella legge di bilancio, le giuste coperture economiche per consentire il prossimo rinnovo contrattuale dal primo gennaio 2019”.
Da segnalare anche una dichiarazione della ministra Valeria Fedeli, per la quale il contratto “è un punto di partenza, non un traguardo raggiunto e da archiviare. Bisogna continuare a impegnarsi – prosegue – per garantire continuità didattica alle nuove generazioni, stabilità, riconoscimento professionale e condizioni di lavoro dignitose alle dipendenti e ai dipendenti“.