Il vaccino si sta rivelando l’arma più efficace di contrasto al coronavirus, come attestano chiaramente i dati sulla diffusione del contagio. Vaccinarsi è il modo migliore per tutelarsi dal rischio di contagiare sé stessi e gli altri: per questo è anche un atto che risponde a principi di responsabilità e senso civico. Noi abbiamo chiesto da subito che al personale scolastico fosse riservata una corsia di accesso preferenziale alle vaccinazioni; se il numero dei non vaccinati è ancora alto, lo si deve in gran parte al modo incerto e contraddittorio con cui si sono susseguite informazioni e decisioni circa le tipologie di vaccino da utilizzare. Ora occorre risolvere quelle indecisioni e indicare in modo chiaro come la campagna di vaccinazione può essere portata a termine, includendo tra il personale scolastico anche i tanti precari ai quali va data la stessa possibilità di accesso del personale di ruolo. È auspicabile che non diventi necessario fare ricorso a norme vincolanti, anche se va detto che il rifiuto di vaccinarsi dovrebbe essere legato a comprovate ragioni di natura sanitaria.
Adottare misure che garantiscano a settembre una ripresa in sicurezza delle attività didattiche in presenza, per tutti gli ordini e gradi di scuola, è senz’altro un’assoluta priorità. Non ci si fermi però soltanto al problema delle vaccinazioni, fondamentale ma non certo unico: servono strutture e organici adeguati, al fine di evitare ogni eccesso di affollamento, va sciolto il nodo del trasporto locale, così come quello dei supporti di natura sanitaria alle scuole. Avere classi meno numerose non serve solo a limitare i rischi di contagio, è condizione necessaria per consentire una personalizzazione della didattica con cui far fronte efficacemente al fabbisogno di recupero dopo due anni scolastici gestiti in evidente sofferenza. Si misurerà proprio su questi aspetti la credibilità degli impegni assunti per restituire alla scuola la giusta centralità.
Roma, 20 luglio 2021
Maddalena Gissi, segretaria generale CISL Scuola