La pubblicazione delle ordinanze su trasferimenti e passaggi, anche se sgombra il campo da ogni ipotesi di blocco della mobilità, smentendo – come da noi richiesto – voci e illazioni preoccupanti, lascia irrisolto per migliaia di docenti il problema di un divieto a trasferirsi che, in questa fase di emergenza pandemica, appare del tutto irrazionale oltre che ingiusto.
Consentire un ricongiungimento ai familiari, o almeno un riavvicinamento al luogo di residenza, sarebbe la cosa più giusta e logica per ridurre al minimo le esigenze di spostamenti sul territorio. I dati ci dicono, peraltro, che la maggior parte delle richieste di mobilità territoriale sarebbero all’interno della stessa provincia o della stessa regione, e solo in minima parte fra regioni diverse: dunque un loro accoglimento ridurrebbe di molto la necessità di viaggiare per raggiungere la sede di lavoro.
Il blocco quinquennale è una delle tante misure “bandiera” che rispondono a ragioni ideologiche più che di concretezza e buon senso: favorire la continuità è un obiettivo su cui ben più efficacemente si può intervenire riconsegnando la materia mobilità alla sua sede naturale e legittima, che è quella contrattuale. Ancora una volta si dimostra che le incursioni legislative, su materie negoziali, finiscono solo per produrre effetti dannosi.
Ribadiamo con forza la nostra richiesta di rimuovere quel blocco assurdo e ingiusto, trovando nell’immediato, per via legislativa e negoziale, soluzioni praticabili già per il prossimo anno scolastico. Si può fare, si deve fare.
Roma, 30 marzo 2021
Maddalena Gissi, segretaria generale CISL Scuola