L’argomento è stato più volte oggetto del dibattito politico e da sempre fortemente richiesto dalla CISL che da sempre ne reclama la strutturalità.
Per cuneo fiscale si intende la somma delle imposte (dirette, indirette e dei contributi previdenziali) che pesano sul costo del lavoro, sia per quanto riguarda i datori di lavoro, sia per quanto riguarda i dipendenti. In sostanza è la differenza tra lo stipendio lordo a carico del datore di lavoro e la busta paga netta percepita dai lavoratori dipendenti, espresso in %.
Le componenti del cuneo fiscale sono, in definitiva, 3:
– le imposte personali sul reddito a carico del lavoratore (comprendono l’Irpef, le addizionali regionali e comunali);
– i contributi previdenziali a carico del lavoratore (per la scuola sono dell’11,15% (8,80% INPDAP, 0,35% Fondo credito, 2,5% sull’80% della retribuzione Opera di previdenza-TFR);
– i contributi a carico del datore di lavoro (24,2% INPDAP, 5,68% Opera di previdenza-TFR, 1,61% disoccupazione).
Tra i vari provvedimenti che, nel tempo, hanno inciso in maniera non strutturale, sul cuneo fiscale possiamo ricordare:
– la Legge 234/2021 (legge di bilancio per il 2022) che aveva introdotto un taglio del cuneo fiscale dello 0,8% per i redditi fino a 35.000 euro;
– il Decreto-Legge 115/2022 (c.d.”Aiuti bis”) che aveva provveduto ad un ulteriore taglio dell’1,2%, portandolo al 2% per i redditi fino a 35.000 euro;
– la legge di bilancio per il 2023 che ha confermato il taglio del cuneo per i redditi fino a 35.000 euro e ha provveduto a tagliare ulteriormente il cuneo dell’1% (totale 3%) per i redditi fino a 25.000 euro;
– infine, con il Decreto-Legge “Lavoro” del 2023, è stato introdotto un ulteriore taglio del cuneo fiscale a partire dal mese di luglio 2023 fino dicembre 2023. Il nuovo intervento innalza al 7% il taglio del cuneo (dal 3%) per i redditi fino a 25.000 euro e al 6% per i redditi fino a 35.000 euro;
– la legge di bilancio per il 2024 ha confermato, per il solo 2024, gli interventi già previsti.
Il disegno di legge di bilancio per il 2025 propone, invece, il riconoscimento di un bonus non tassabile e un meccanismo di detrazioni aggiuntive che avranno validità per 5 anni.
Cuneo fiscale per il 2024 Come detto, per il 2024 il taglio del cuneo contributivo è stato confermato pari a:
– 7% per i redditi fino a 25.000 euro
– 6% per i redditi fino a 35.000 euro.
Secondo le stime più accreditate, in media, con il taglio del cuneo fiscale attualmente in vigore i lavoratori percepiscono in busta paga un importo superiore ai 100 euro mensili. La attuale struttura, però, ha un effetto in parte distorsivo perché determina un aumento del reddito tassabile con la conseguenza di ridurre il vantaggio economico.
Come verificare il taglio del cuneo fiscale nella busta paga
Il taglio del cuneo fiscale in busta paga con il codice …/ERO Esonero IVS 2023 – AC corrisponde al 7% di tutte le competenze fisse riportate sul cedolino (se il reddito di lavoro è inferiore ai 25.000 euro) ovvero del 6% di tutte le competenze fisse riportate sul cedolino (nel caso in cui il reddito sia superiore ai 25.000 euro ma inferiore ai 35.000).
Esempio di cedolino
Per il 2025 la legge di bilancio prevede: – il taglio strutturale del cuneo fiscale attraverso il riconoscimento di un bonus per i redditi fino a 20.000 euro, con detrazioni previste fino ai redditi di 40.000 euro per alleviare il carico fiscale ai redditi medio e bassi (12,8 miliardi); – la conferma del sistema fiscale a 3 aliquote con vantaggi specifici per la classe
media (4,8 miliardi).